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La protesta

Livorno, sesso e cocaina nelle case popolari di via Nino Bixio: «Si drogano sui cofani»

di Stefano Taglione
Il degrado all'ultimo piano del cosiddetto "anfiteatro" fra via Bixio e via Stenone
Il degrado all'ultimo piano del cosiddetto "anfiteatro" fra via Bixio e via Stenone

Rivolta dei condomini del cosiddetto "anfiteatro" del rione di Shangai: «Non ne possiamo più, ci danneggiano le auto, troviamo siringhe usate e perfino escrementi umani nei garage. Devono essere chiusi i cancelli, siamo disposti pure a pagarli»

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LIVORNO. Sesso fra le auto parcheggiate, «con le dosi di cocaina appoggiate sui cofani». E danni, parecchi, alle stesse macchine in sosta nei due grandi garage del piano terra, dove non esistono i cancelli. Oltre alle siringhe (usate) abbandonate lungo i corridoi del quarto piano, l’ultimo, dove ci sono le cantine. È un disperato grido d’aiuto quello delle circa 60 famiglie che vivono nelle case popolari ai civici 10, 12, 14, 16, 18 e 20 di via Nino Bixio, nel cosiddetto “anfiteatro”, l’edificio circolare all’angolo con le vie Niccolò Stenone e Ciro Menotti, «ostaggio dei balordi soprattutto la notte», racconta al Tirreno uno di loro, il quarantatreenne Thomas Moltomoli.

L’inquilino e padre di due figli, come i vicini in affitto da Casalp, chiede al più presto che vengano chiusi gli accessi ai box sottostanti gli appartamenti, perché ormai sono «habitat di sbandati che li usano per i loro comodi». Spesso «salendo anche nelle cantine al quarto piano, proprio sopra casa mia, dove sono stati sorpresi ad esempio a dormire». «La sera è veramente terribile qui – prosegue il residente – ed è molto pericoloso uscire. Un anziano mentre era in giro col cane, qualche giorno fa, mi ha chiamato perché aveva visto sei persone in cerchio in garage mentre bevevano vino e fumavano le canne. Non è possibile, è una proprietà privata, i box auto devono essere chiusi con i cancelli in modo che le persone da fuori non entrino: li installino e ce li addebitino nelle bollette, non li pretendiamo certo gratis. Anche perché poi, attraverso le porte antipanico, da lì salgono fino ai nostri appartamenti. Oggi (ieri per chi legge ndr) abbiamo pulito degli escrementi umani».

Nelle varie foto scattate dagli inquilini nelle ultime settimane si vede un po’ di tutto: bicchieri di plastica lasciati ovunque, corridoi come discariche, cicche di sigarette abbandonate accanto alle siringhe usate per iniettarsi la droga. Uno spettacolo indecoroso: per questo Moltomoli in rappresentanza anche delle altre famiglie, si appella a Casalp, l’istituto provinciale per le case popolari guidato, al quale oggi invierà una mail con tanto di immagini riepilogando quanto sta accadendo, da tempo, nell’edificio alla periferia nord della città, fra l’altro assai più nuovo rispetto agli altri accanto, che alla vista versano in uno stato decisamente peggiore: «Mio figlio parcheggiava il monopattino elettrico fuori dalla porta d’ingresso, sul pianerottolo – prosegue Moltomoli – ma i ladri sono arrivati anche qui. Solitamente, ogni volta, toglieva la batteria, portandola dentro. L’unica volta che se ne è dimenticato glielo hanno rubato. È incredibile, non ne possiamo davvero più e abbiamo bisogno di aiuto immediatamente».

«La situazione è diventata fortemente ingestibile e come ripeto pericolosa – riassume l’inquilino del cosiddetto “anfiteatro” –. I garage e i portoni sono di libero accesso a chiunque. Riscontriamo macchine danneggiate, anche scooter rubati, per non parlare delle sedute di sesso e cocaina che vengono svolte la notte nei nostri portoni di preciso. Ogni volta che passa una persona nel corridoio fuori dal nostro ingresso, fra l’altro, i nostri cani dando l’allarme abbiano fortissimo svegliandoci nel cuore della notte. Lo ripeto: bisogna fare qualcosa». C’è un altro problema, che porta a parecchi sprechi, quello «delle centrali termiche – continua Moltomoli – che evidentemente non sono tarate nel modo corretto. Ogni giorno vengono buttati via centinaia di litri d’acqua fra tutti i condomini perché all’inizio arriva troppo calda o troppo fredda, quindi viene fatta scorrere parecchio prima che raggiunga la temperatura desiderata. Anche questo è un problema che abbiamo più volte sottolineato e che speriamo presto venga risolto».

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