Livorno, lo spreco della ex scuola della Valle Benedetta tra crolli e abbandono
Gli abitanti tra disagi e problemi quitidiani. Mirabelli: «Non ci sono interventi in previsione»
LIVORNO. È un peccato che quella villa, poi trasformata in scuola, sia ancora lì. Sempre più nel degrado, tra cedimenti e infiltrazioni. Un occhio al tetto in parte crollato, da quel pratone verde vista mare da dove si contempla da una parte un bel panorama e dall’altra un grande spreco. Pubblico. E le condizioni, col passar del tempo, sicuramente peggiorano tra infiltrazioni e allagamenti.
La scuola dimenticata
La struttura su due piani fuori terra che giace sempre più ferita in cima alla Valle Benedetta, in via del Radar, è del Comune. Passano gli anni e quella che era Villa Trumpy, dove nel 1914 nacque l’attrice Vivi Gioi, si trova ancora là dentro. Nel faldone comunale del Dup (documento unico di programmazione del Comune) 2025-2027.
Era così nel 2022 quando Il Tirreno fece un servizio dedicato e lo è adesso. Fa parte del "Piano alienazioni e valorizzazioni immobiliari". È a pagina 273: “Si tratta di un immobile di vecchia costruzione posto in località Valle Benedetta costituito da un fabbricato sviluppato su due piani fuori terra con una vasta area pertinenziale esterna, si tratta di un immobile già utilizzato come sede scolastica ed attualmente in stato di abbandono sul quale, in virtù della sua ubicazione, e conformazione, potrà essere realizzato un intervento di ristrutturazione da attuarsi mediante concessione di valorizzazione”, si legge nel documento. Alla voce “destinazione urbanistica” si legge ancora: “Regolamento urbanistico: aree di rispetto panoramico e di tutela idrogeologica. La valorizzazione del bene avverrà mediante procedura pubblica per la sua concessione per la quale è previsto il pagamento di un canone che verrà stimato sulla base delle previsioni del relativo bando di affidamento”. Bene. Chissà quando succederà. Ad oggi l’assessore ai Lavori Pubblici Federico Mirabelli conferma che non ci sono interventi previsti per la struttura. A breve termine.
Che peccato
«La vecchia scuola è un edificio di circa 500 metri quadri su due piani. Non è più tale da tempi immemorabili visti i ridotti numeri di presenza infantile – racconta Leonardo Lepori, ex presidente dell’associazione Amici della Valle Benedetta – Tempo addietro provammo a riutilizzarla come sede delle associazioni ambientaliste ma senza esito. In ogni caso è un peccato – aggiunge Lepori - che tutto rimanga così». Anche don Cristian a suo tempo espresse analoghi auspici in merito alle “scuoline”:
«Potremmo farne un centro di accoglienza simile a un progetto realizzato al Parco dell’ Orecchiella. Tutto ciò potrebbe servire a favorire la nascita di un turismo sostenibile, rispettoso delle bellezze naturali e contemporaneamente motore di sviluppo verde per il paese e i suoi abitanti. Che senso ha tenere una struttura come questa senza un progetto futuro ?».
Anche il presente (e forse il futuro) del vicino Eremo della Sambuca sembra andare nella direzione di degrado e oblio: come dissero al Tirreno alcune settimane fa dalla Regione all’orizzonte non sembrano esserci progetti di valorizzazione, per mancanza i fondi.
Sos interventi
Ex scuolina a parte, a proposito di cose da rifare i valligiani hanno un elenco di cose che non vanno. Da ritoccare. «Prima di giungere alla Valle resiste ancora la delimitazione che sta a segnalare il crollo di una parte della carreggiata (Don Cristian vi celebrò pure una messa)», dicono.
Destinatario delle segnalazioni è il Comune. Ma non solo. La speranza è che si possa correre ai ripari a questi piccoli, grandi disagi di chi alla Valle Benedetta ci abita. «E poi gli storici muretti sia nel “centro” della Valle sia nella via della Sambuca che ogni giorno perdono un pezzo», riprende Lepori, sempre molto attento ai beni comuni. Interessante riportare sul tema di ciò che necessita la Valle Benedetta per la propria valorizzazione quel che dice Valeria Tognotti che con la famiglia ha acquistato un appartamento ricavato all’interno della suggestiva corte della storica chiesa di San Giovanni Gualberto.
Tornare alla Valle, una scelta di vita. « A me la Valle piace proprio così com’è, a occhio e croce non mi sembra che necessiti di particolari interventi. Uno magari sì, di tipo educativo e di senso civico: far sì che i turisti della domenica che salgono su da noi per un picnic poi portino via i rifiuti». «Ad essere pignoli – riprende la parola Lepori - dovremmo parlare anche del gas che qui l’ Asa non è riuscita a portarlo e “andiamo” a Gpl - e chiude aggiungendo dettagli su quel che si può migliorare - Anche i telefoni “pigliano” male. L’acqua invece ora arriva regolarmente, le fognature però non ci sono e smaltiamo con mezzi propri. Ma poi apro la finestra e guardo il panorama e i disagi vengono meno». l
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