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Livorno, i residenti della Valle Benedetta si uniscono per far rinascere i lavatoi: «Entro l’estate sono pronti»

di Franco Marianelli
Livorno, i residenti della Valle Benedetta si uniscono per far rinascere i lavatoi: «Entro l’estate sono pronti»

Valligiani muratori e carpentieri: «Luogo di storia e ritrovo». E poi il viaggio nelle sfide green della collina sacra a due passi da Livorno

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Livorno Nuova vita per i lavatoi della Valle Benedetta. Non avranno più la funzione per la quale erano stati costruiti: le vasche originali sono già state collocate nel limitrofo parco giochi inclusivo, ma gli spazi conserveranno quella funzione aggregativa che avevano ovvero di socializzazione.

A lavori finiti, l’area sarà un ritrovo per i “valligiani”, per i turisti nonché centro di informazioni per tutti gli escursionisti in procinto di scarpinare nei mille percorsi intorno alla Valle detta Benedetta, in virtù della presenza del vicino Eremo della Sambuca. «Ci siamo improvvisati un po' tutti muratori e carpentieri – racconta Ilaria Scala presidente dell’associazione che tutela la Valle – e prima dell’estate riteniamo di finire i lavori».

Lavori, è bene dirlo, a carico della comunità: «Il Comune mantiene la proprietà, ci ha autorizzato i lavori e a noi spetterà poi la gestione della struttura almeno per 15 anni», racconta Scala. Questi i nomi dei “carpentieri”: in primis don Christian Leonardelli, il parroco della chiesa di San Giovanni Gualberto, che non esita a togliersi la stola per indossare la tuta di operaio, poi la stessa Scala, Leonardo Lepori, Altiero Minuti, Laura Della Bella, Luca Sarti, Moreno Lazzeroni, Gino Niccolai e Roberto Barilà. Il patto fra Comune e associazione fu siglato lo scorso 19 aprile ( nome ufficiale “Progetto di amministrazione condivisa dei lavatoi della Valle Benedetta”) e prevedeva, oltre al recupero della struttura, la costruzione di servizi igienici e di un patio esterno.

«L’idea di recuperare la struttura – racconta Leonardo Lepori – è in linea con il lavoro svolto dall’ associazione con i suoi 100 iscritti che da anni si occupa, fra le altre cose, della cura (dopo averla realizzata) dell’area giochi e picnic attigua ai lavatoi. La nostra Valle è una delle porte di accesso alla Riserva Naturale dei Monti Livornesi e il recupero dei lavatoi farà sì che qui sia presente un punto info per tutti coloro che vorranno incamminarsi per i nostri sentieri».

E ancora: «Era paradossale che una struttura posta strategicamente all’ingresso della Valle rimanesse semidiroccata. Un brutto biglietto da visita». Aggiunge Scala: «Fra l’altro il lavoro comune ha fatto sì che si creasse un buon clima di squadra fra noi valligiani e che si costruissero nuove amicizie. I nostri volontari presidieranno il punto informazioni costantemente come previsto dal patto col Comune – aggiungono ancora – e forniranno a escursionisti, cicloamatori e quanti altri appassionati della natura le giuste informazioni utili per addentrarsi nei nostri boschi».

Dalle Valle chiudono: «Il fatto che le antiche vasche siano state recuperate e piazzate nell’area dove i bambini giocano (nella quale abbiamo inserito pure una fontanella e collocato la scultura “Incontro”) sta per noi a significare una sorta di continuità tra il vecchio e il nuovo, affinché la memoria della “vecchia” Valle Benedetta non si perda».

Le sfide green della Valle Benedetta

Da una parte il modello di outdoor education che ormai da anni caratterizza la Valle Benedetta. Dall’altra il tocco di Eraldo Genovese e il suo modello di coltivazione assolutamente green e innovativo de “La Serra” che con la bella stagione torna ad aprire anche il suo “bar agricolo” partito la scorsa estate. Nel mezzo c’è la secolare Villa Huygens, tanto intrisa di misteri e leggende, quanto vicina ad una nuova vita dedicata alla cura dello spirito. Ecco un’altra faccia della Valle Benedetta. Preziosa. Apprezzata. Ricercata. Che guarda alla natura e allo spirito. E anche ai sapori se si guarda alla storica trattoria Camporeggi, tradizionale locale della Valle.
Ha base alla Valle Benedetta, infatti, l’associazione “Uova nel bosco”: è un progetto di educazione all'aperto rivolto a famiglie con bambini e bambine della fascia 3-6 che, inoltre, propone e realizza progetti di outdoor education tramite uscite didattiche con nidi, scuole dell' infanzia e primarie del territorio.
La realtà con campo base ai “Mulini” organizza giochi all’aperto ed escursioni.
«E’ un’esperienza che va avanti ormai da anni e ci riempie di soddisfazione. Potremmo definirla con un termine tecnico “outdoor education” con scuole dell’infanzia, nidi e primarie del territori – raccontano Alessandra Fossati e Sara Zilli, due delle educatrici -sfruttando la bellezza del territorio. Se qualche genitore maturasse l’idea di far avere un’educazione ambientalista può chiamarci al numero 3895542644».
L’altro cuore green che batte in questa collina benedetta si trova a cinquanta metri dopo il bivio per la Valle sulla strada che va verso Colognole.
Qui opera l’imprenditore agricolo Eraldo Genovese. E il suo regno si chiama “Alla Serra”. «Trattiamo la verdura - racconta - con torri aeroponiche, ovvero senza alcun fertilizzante o insetticida e con un parzialissimo consumo di acqua che ti fa risparmiare il 95 per cento della stessa che avresti utilizzato con il sistema tradizionale».
L’imprenditore ha, inoltre, acquisito da poco la storica Villa Huigens posta in cima alla Valle per farne «un centro di yoga, team building e meditazione. Se con la Serra curiamo il corpo – chiude Genovese – con queste attività che tra poco inizieremo a praticare nella villa cureremo lo spirito».
 

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