Qui Pisa
Livorno, resta in cella la banda della spaccata da Cuccuini: «Ma siamo estranei agli altri colpi»
Per i tre convalidato l’arresto e confermata la detenzione in carcere in regime di custodia cautelare. Ma prendono le distanza dal raid da "Tiziana Fausti"
LIVORNO. «Non c’entriamo niente con gli altri colpi dei quali ci accusano». Poche parole quelle dei tre componenti della presunta banda delle borse Dior che nella notte fra giovedì 13 e venerdì 14 febbraio ha spaccato la vetrata di Cuccuini, in via Ricasoli, cercando di rubare i capi di abbigliamento del noto marchio di lusso. Un’operazione fallita, la loro, visto che i poliziotti delle Squadra mobili di Bergamo, Pisa e Livorno li stavano pedinando dopo un raid di fine gennaio nel capoluogo orobico, al negozio d’alta moda “Tiziana Fausti”, per il quale sono accusate insieme ad altre tre persone fermate con indiziati di delitto e attualmente in carcere a Pisa.
I tre, a Livorno, sono stati invece arrestati: uno direttamente in via Ricasoli, gli altri due dopo un inseguimento in auto finito sul lungomare, ai Tre Ponti, dove un giovane estraneo ai fatti ritrovandosi nel bel mezzo dell’operazione per paura ha fatto una manovra errata alla guida e attorno all’una di notte è finito con la sua Kia Picanto bianca sulla spiaggia. Nella mattinata del 17 febbraio, nel penitenziario labronico delle Sughere, il giudice per le indagini preliminari Massimiliano Magliacani ha convalidato l’arresto per M. Zlatco, V. Fevelikovic e V. Simeunovic, due di loro serbi e uno sloveno, fra i 24 e i 50 anni, difesi dall’avvocato Massimo Batini.
Il gip, su richiesta della pubblico ministero Ezia Mancusi, ha confermato la misura cautelare del carcere per il pericolo di reiterazione del reato e anche perché, in ogni caso, i tre non avrebbero neanche un luogo dove eventualmente trascorrere gli arresti domiciliari, se venissero concessi. Secondo l’accusa il gruppo, dopo essere rientrato in Italia dal confine sloveno martedì scorso, si era diretto verso Pisa, fermandosi lì per fare base, per poi trasferirsi a Livorno nella notte fra giovedì e venerdì scorsi e assaltare Cuccuini. L’intervento della polizia ha permesso, quantomeno, di salvare la merce in vendita, mentre la vetrata è stata distrutta. Per i tre, le accuse, sono rapina aggravata, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e ricettazione.
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