Il Tirreno

Livorno

La protesta

Livorno, trattori in corteo in via Grande: ok al protocollo per il "made in Italy"

di Claudia Guarino
La protesta dei trattori in centro (foto Franco Silvi)
La protesta dei trattori in centro (foto Franco Silvi)

Firmato il patto per monitorare i traffici di prodotti alimentari in porto alla presenza del prefetto Giancarlo Dionisi

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LIVORNO. Gli agricoltori in protesta si sono dati appuntamento ai 4 Mori, per poi sfilare in corteo lungo via Grande e fermarsi davanti al Duomo in modo tale da spiegare alla cittadinanza il motivo delle loro proteste facendo capire che «se il consumatore paga molto un prodotto, quei soldi non vanno tutti a noi». Poco prima, d’altra parte, in prefettura è stato siglato l’accordo che riguarda proprio la tutela del "made in Italy", da salvaguardare attraverso la capillarità dei controlli sulle materie prime in ingresso al porto di Livorno. Ma andiamo con ordine.

Da qualche giorno gli agricoltori toscani hanno preso parte alla mobilitazione – promossa a livello nazionale da Coapi, Riscatto agricolo e Agricoltori italiani – che punta a chiedere misure urgenti per il settore tra cui il blocco delle importazioni sleali e l’introduzione di un prezzo minimo garantito per i prodotti agricoli. I contadini, dopo aver sfilato con i trattori sui lungarni di Pisa, hanno poi fissato il proprio presidio davanti all’azienda Grandi Molini. E il 5 febbraio hanno organizzato un corteo in città partendo dai 4 Mori e arrivando in piazza Grande, dove sono poi rimasti per qualche ora. Poco prima – intorno alle 16,30 – in prefettura c’è stata la firma del protocollo tra il prefetto Giancarlo Dionisi, il direttore territoriale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Davide Bellosi e il presidente dell’Autorità portuale Luciano Guerrieri. L’atto attiva sinergie nella raccolta di dati sui transiti nel porto di Livorno dei prodotti agro-alimentari di origine protetta, spesso soggetti a casi di frode.

Tra gli impegni messi nero su bianco, quello di verificare le attuali potenzialità di condivisione delle informazioni, principalmente attraverso l’uso della piattaforma dell’Authority che digitalizza i flussi informativi collegati a importazione ed esportazione della merce. Il gruppo si occuperà di potenziare gli strumenti informatici per condividere le informazioni inerenti al traffico del "made in Italy". L’Authority, nello specifico, definirà un programma di manutenzione dello strumento informatico affinché la raccolta, l’elaborazione e la condivisione tra le parti dei dati di interesse avvenga con maggiore efficacia. «Siamo convinti dell’importanza di questa intesa, attraverso la quale intendiamo farci parte attiva della lotta alla repressione delle frodi agroalimentari», spiega Guerrieri. Presente alla firma dell’accordo anche il segretario generale dell’Autorità portuale Matteo Paroli, che ha parlato dell'importanza della cooperazione digitale tra le pubbliche amministrazioni.

Il prefetto Dionisi ha detto che «grazie a questo accordo avremo una conoscenza dettagliata e precisa dei prodotti agroalimentari che entrano in Italia attraverso il porto di Livorno. Un controllo, questo, essenziale a garantire l’autenticità dei prodotti italiani e a contrastare le frodi. Questo protocollo tutela in primis i produttori della Toscana e, più in generale, quelli dell’intero territorio nazionale. Pur accogliendo i prodotti provenienti dall’estero, è nostro dovere garantire che la qualità del made in Italy sia preservata».l


 

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