Livorno, travolta in scooter da un “pirata”: «Ho rischiato di morire, aiutatemi»
La ventiseienne nell’impatto con la macchina è stata sbalzata nella carreggiata opposta: «Per fortuna non passava nessuno, abbandonata sull’asfalto senza sapere come stavo»
LIVORNO. Ha lasciato una ragazza distesa sull’asfalto, con la gamba imprigionata sotto allo scooter. Dopo essersi fermato (o fermata) per qualche istante, l’egoismo e il cinismo alimentati da chissà quali motivi (magari l’assenza della copertura assicurativa, per esempio) ha spazzato via il buonsenso e il civismo. Il conducente – o la conducente – dell’auto ha preso la decisione sbagliata: marcia inserita e piede sull’acceleratore, tra gli sguardi increduli dei testimoni. Che sono riusciti a leggere soltanto una parte della targa della macchina-pirata.
Rabbia e speranza
Un (brutto) film, purtroppo sempre più frequente sulle strade, che ha lasciato il segno – non soltanto fisicamente – in una ragazza di 26 anni. Che “riguarda” continuamente la scena vissuta nella mattinata di mercoledì 22 gennaio nella sua testa e non riesce a capacitarsi del fatto che qualcuno le abbia fatto del male – seppur involontariamente – senza neanche fermarsi a soccorrerla. Lei si chiama Maria Ricciardi e spera nel “miracolo”: che l’automobilista rifletta sul suo gesto e se ne penta; oppure che spuntino altri testimoni, oltre a quelli che hanno già raccontato la loro versione agli agenti, in grado di fornire ulteriori elementi per rintracciare il “pirata”.
La dinamica
«Erano le 8,35. Stavo percorrendo via dell’Ardenza in sella al mio scooter». Maria rivive per l’ennesima volta gli istanti che avrebbero potuto sconvolgerle la vita. Le immagini sono nitide nella mente: «La corsia destra era molto trafficata. Io viaggiavo su quella sinistra. All’improvviso ho visto quest’auto sterzare verso di me, tagliandomi la strada». Forse chi si trovava al volante voleva bypassare la fila, o magari si è reso/a conto di dover svoltare dopo il semaforo. «Non lo so. È stato un attimo. Per cercare di evitare l’auto ho sterzato anch’io, a sinistra». Ma non è bastato. «L’impatto c’è stato e anche forte. Sono caduta, finendo nella carreggiata opposta, con il rischio di essere travolta dai mezzi in transito. Per fortuna in quel momento non è passato nessuno».
Stop e fuga
Alcuni automobilisti si sono fermati per aiutarla e c’è chi ha chiamato i soccorsi. «Mentre ero per terra – racconta Maria – ho visto l’auto grigia fermarsi. È stata lì qualche secondo, ma poi è ripartita. Nel frattempo il semaforo è diventato verde ed è sparita in pochi secondi». In via dell’Ardenza, a pochi metri dal Bar Sorriso e dalla fermata dell’autobus, è arrivata l’ambulanza, che ha trasportato la 26enne in ospedale: «Probabilmente mi sono rotta i legamenti del ginocchio sinistro. Ma devo aspettare la risonanza del 31 gennaio».
La caccia
Intanto gli agenti della polizia municipale hanno raccolto le testimonianza, che hanno consentito di tracciare un “identikit” dell’auto, utile ma non esaustivo: si tratta probabilmente di una Honda Jazz grigia, le prime due lettere della targa sono DW. Le indagini sono in corso e le telecamere potrebbero giocare un ruolo importante nella vicenda. Nel frattempo Maria lancia un appello: «Se qualcuno ha visto qualcosa, o magari ha notato l’auto in fuga, si rivolga alla polizia municipale. Un pentimento dell’automobilista? Spero che si metta una mano sulla coscienza». Perché al di là del dolore fisico, la rabbia è tanta.
La riflessione
«Questa persona ha lasciato una ragazza ferita sull’asfalto. Per fortuna era in pieno giorno, c’erano tanti passanti e sono stata subito aiutata e soccorsa. Ma se succedeva di notte? È un gesto da delinquenti: anche perché lui o lei non sapevano come stavo, potevo anche essere in fin di vita. E comunque ho rischiato di morire, perché sono finita nell’altra carreggiata. È andata bene, tutto sommato, anche se nel caso venga confermata la rottura dei legamenti, il percorso riabilitativo sarà lungo. Ma almeno spero che il responsabile venga individuato».
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