Livorno e la sua piazza Garibaldi da rilanciare: «La pedonalizzazione primo passo per la rinascita e no all'abbattimento delle baracchine»
Piano in 5 punti presentato dalle associazioni del quartiere guidate da Mezclar. E si chiedono alle istituzioni agevolazioni fiscali o investimenti nella ristrutturazione degli immobili
LIVORNO. «La rigenerazione urbana di piazza Garibaldi deve essere socialmente sostenibile». A parlare sono Veruska Barbini e Filippo Del Bubba, di Mezclar 22, realtà che opera in piazza Garibaldi dal 2017 per la promozione della socialità e delle buone pratiche ambientali. Per ridare vitalità alla zona, ostaggio di spaccio e degrado, Mezclar 22 ha elaborato un piano in 5 punti, documento ricco di spunti e proposte per l’amministrazione comunale.
Un’iniziativa alla quale hanno aderito diverse realtà che operano nel quartiere: Cooperativa Sociale Cesdi Onlus, Diecidicembre Arciragazzi Cesdi Onlus, Ets Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, Aps Il Sestante Solidarietà, P24 Lila Livorno, Associazione Heval Aps, Frankie Pub.
Al primo punto del piano antidegrado c’è la pedonalizzazione di piazza Garibaldi, ma anche di via del Pettine e via della Pina d’Oro. « La pedonalizzazione rappresenterebbe un ostacolo per l’accesso alla zona di consumatori di droghe, provenienti da ogni parte di Livorno e della Toscana».
E anche i proprietari di fondi sfitti potrebbero tornare a investire: «Serve l’istituzione di un tavolo promosso dall’amministrazione, in cui possa partire un dialogo con i diversi proprietari dei fondi». Il fine? «Attraverso agevolazioni fiscali o investimenti nella ristrutturazione degli immobili». Questo per facilitare «la riapertura di locali, le cui serrande abbassate da anni offrono di prosperare solo alla microcriminalità, Pensiamo che un modo per far percepire diversamente il quartiere sia anche quello di offrire alcuni distaccamenti di uffici comunali, come quello per la casa».
Nel piano c’è anche il “no” all’abbattimento delle baracchine: «La desertificazione commerciale e la crisi dei rapporti di vicinato vanno di pari passo con la mancanza di strutture pubbliche o private a scopo anche indirettamente sociale». Le baracchine possono essere rivitalizzate attraverso un bando di evidenza pubblica da costruire con il lavoro congiunto degli uffici sociali del Comune e di quelli commerciali. Al quarto punto, data l’importanza del riciclo nell’economia, si propone di fare in piazza Garibaldi un «mercatino delle pulci popolari». Il quartiere dovrebbe essere dotato di ecocompattatori per la plastica e di cassonetti speciali per i rifiuti tessili.
E nell’ultimo punto i promotori auspicano che «venga adottato quello che potrebbe diventare un prototipo di rigenerazione urbana sostenibile. Se non dotata di un’alternativa di parcheggio per i residenti, la pedonalizzazione della zona potrebbe favorire ancora di più il loro trasferimento dal quartiere, sostituiti da chi, forte del proprio garage, può anche permettersi ogni giorno di circolare in bici o monopattino. Se non attuata per gradi e attraverso vincoli di natura sociale, la riqualificazione della piazza può costituire in futuro la pista di lancio per l’ennesima privatizzazione di uno spazio pubblico, oltre che l’espulsione coatta di una popolazione resa marginale dalle inique leggi sull’immigrazione vigenti in Italia. Se non legata ad una calmierizzazione del valore e del costo d’affitto degli immobili, la messa a bando dei fondi sfitti (con la loro eventuale ristrutturazione) rischia di essere un semplice quanto iniquo trasferimento di soldi pubblici al mercato privato». l