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Il caso

Resti di animali scaricati nel pozzo, l’Anpana di Livorno: «Ecco l’ipotesi principale»

di Stefano Taglione
L’ingresso alla dimora e il terreno circostante
L’ingresso alla dimora e il terreno circostante

Il presidente Franco Fantappiè: «Le hanno vivisezionate per poi mangiarle»

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LIVORNO. «Non avevo mai visto nulla del genere, sono esterrefatto in primis come persona, poi come animalista. A prima vista, questi resti, sembrerebbero carcasse di pecore: chi le ha abbandonate nel pozzo, probabilmente, le ha squartate per poi mangiarle. Penso a un privato, non a un allevatore o a un professionista. Ma chiaramente la certezza non può averla nessuno».

L’ipotesi

A parlare dopo l’orrore delle interiora di animale ritrovate da una donna a passeggio col suo cane in un pozzo vicino a Villa Morazzana, a Monterotondo, è il presidente dell’associazione Anpana di Livorno, Franco Fantappiè. La sede della onlus da lui rappresentata, fra l’altro, ha sede proprio a poca distanza dalla splendida dimora delle Colline livornesi, dentro Villa Maurogordato: «Io non sapevo niente – prosegue l’animalista – e lì intorno a memoria non ricordo di presenze di animali di grossa taglia. Probabilmente, il colpevole di questo abbandono, è una persona che ha raggiunto l’area con un furgone e ha poi scaricato, arrivando da lontano, forse da altri comuni. Qualcosa di illegale, ovviamente, perché non si possono lasciare le carcasse di animale in giro. C’è un iter preciso, ci sono delle aziende anche a Livorno che si occupano degli smaltimenti. Non è come l’umido domestico...».

Il precedente

Qualche anno fa proprio il presidente di Anpana, in via Collinet, ha trovato un sacchetto con abbandonate all’interno delle interiora di istrice. «È successo proprio vicino a Villa Morazzana, ma magari è solo una coincidenza – spiega –. Ci ha chiamato un cittadino, noi siamo andati a verificare e abbiamo trovato questo sacchetto. Ho chiamato la sala operativa della polizia municipale, che ha inviato sul posto una squadra dell’Aamps per il recupero. Chiaramente, rispetto alle interiora nel pozzo, erano interiora assai meno voluminose».

L’allarme

Elena Favilla, la donna che ha ritrovato gli intestini nel pozzo e che si è poi rivolta al Tirreno, sabato scorso ha immediatamente allertato sia la polizia municipale, che il centralino dell’Asl Toscana nord ovest. «I vigili mi hanno detto che senza l’azienda sanitaria non possono intervenire», le parole della testimone al nostro giornale. La prima chiamata sabato scorso, nel giorno del ritrovamento, poi una seconda la domenica, tre giorni fa. Il pozzo, fra l’altro liberamente accessibile e potenzialmente pericoloso già di per sé, si trova in un terreno privato, alla sinistra del vialetto di accesso alla splendida dimora delle Colline livornesi. Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, agenti locali e ispettori dell’azienda sanitaria potrebbero effettuare un sopralluogo in zona. La segnalazione, del resto, c’è stata ed è stata presa in carico sia dal comando di piazza del Municipio, sia dall’ex Asl 6. Ora si attendono le decisioni e, quasi sicuramente, la rimozione.


 

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