Il Tirreno

Livorno

L’inchiesta

Maxi frode fiscale, arrestato l’ex vicepresidente del Livorno

Maxi frode fiscale, arrestato l’ex vicepresidente del Livorno

Sequestrati 97 milioni di euro nei confronti di 16 persone e due aziende attive nel settore delle telecomunicazioni

04 ottobre 2024
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LIVORNO. La guardia di finanza ha arrestato per frode fiscale l’ex vicepresidente del Livorno calcio, il trentanovenne Guido Presta, e il fratello Ivan, di 42, mentre altre due persone sono ai domiciliari.

L’imprenditore, presidente della squadra NovaRomentin e ora in carcere, tre anni fa era al vertice della società amaranto. Sequestrati, inoltre, 97 milioni di euro nei confronti di 16 persone e due aziende attive nel settore delle telecomunicazioni.

L’inchiesta

«L’indagine – spiega la finanza – trae origine da un complesso di attività ispettive di natura fiscale avviate nel corso del 2022 dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano e dall’ufficio antifrode dell’Agenzia delle entrate, che hanno portato all’emersione di un sofisticato circuito di false fatturazioni nel settore del commercio di traffico dati internazionale VoIp. Nell’ambito delle indagini, nell’ottobre del 2023, era già stato tratto in arresto un broker italiano formalmente residente in Svizzera ed erano stati sequestrati oltre 50 milioni, importo corrispondente all’Iva evasa. Le investigazioni di natura tributaria e giudiziaria successive a tale intervento, hanno permesso di ricostruire ulteriori anelli della catena di frode, individuando altri due imprenditori italiani, anch’essi residenti in svizzera, a cui facevano capo società cartiere e alcune “buffer”, nonché altri due soggetti del Novarese che fungevano da reclutatori e coordinatori delle teste di legno a cui attribuire la rappresentanza legale delle società utilizzate nel circuito fraudolento».

«Le false fatturazioni»

«Le false fatturazioni, aventi ad oggetto il “traffico dati”, transitavano da “conduit” estere, società cartiere e società filtro italiane, per poi raggiungere le società beneficiarie della frode fiscale sul territorio nazionale che, rivendendo alle prime società estere, attraverso un’operazione non imponibile Iva, abbattevano il proprio debito impositivo dando vita ad un nuovo carosello di fatture false – concludono le fiamme gialle –. Le indagini, ancora in corso, svolte dalla guardia di finanza di Milano sotto il coordinamento della procura europea, testimoniano l’impegnoprofuso a presidio della sicurezza e della legalità economico-finanziaria del Paese e dell’Unione europea, con riferimento al contrasto delle frodi di Iva». 

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