Livorno e la bioraffineria: occupazione garantita. «Nel 2025 fino a 1.000 lavoratori»
I vertici di Eni incontrano le istituzioni e illustrano il sito industriale del futuro
LIVORNO. «I livelli occupazionali resteranno inalterati. Anzi, nel periodo di costruzione della bioraffineria ci sarà un aumento dell’indotto con picchi, nel 2025, fino a circa 1.000 persone». Pietro Chèrié è il responsabile della raffineria Eni di Livorno. È seduto al tavolo con al suo fianco istituzioni civili e militari e dà garanzie sul fatto che i lavoratori del sito (indotto compreso) non hanno nulla da temere. È stato presentato ieri, in Prefettura, il progetto della bioraffineria a Livorno. A inizio settembre, come anticipato dal Tirreno, Eni ha ottenuto quell’autorizzazione da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, di concerto con il ministero della Cultura, per la quale era stata presentata l’istanza di Valutazione di impatto ambientale (Via) nel novembre 2022. «La conversione del sito industriale di Livorno, sul modello di quanto già realizzato nel 2014 a Porto Marghera e nel 2019 a Gela, conferma la strategia di decarbonizzazione di Eni volta a traguardare la neutralità carbonica entro il 2050 e ad aumentare la capacità di bioraffinazione di Enilive dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate all’anno agli oltre cinque entro il 2030 – sottolinea Chèrié – . Siamo in attesa dell’ultima autorizzazione: le aree dove sono previsti i tre nuovi impianti per la bioraffinazione, cantierizzate dal gennaio scorso per le attività preparatorie, sono già pronte per l’apertura dei cantieri dove verranno costruiti i tre nuovi impianti che produrranno Hvo diesel, Hvo nafta e bio-Gpl da materie prime rinnovabili».
E ora esultano le istituzioni. «Questo progetto può consentire lo sviluppo della raffineria con l’obiettivo della sostenibilità ambientale e soprattutto garantendo posti di lavoro e prospettive – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – . È evidente che stiamo subendo trasformazioni molto forti sul fronte dell’alimentazione energetica per le quali non è più possibile pensare a una raffineria fondata soltanto sui tradizionali idrocarburi». Il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, annuncia poi l’istituzione di un tavolo permanente in Prefettura. «Un po’ di tempo fa sono entrato in contatto con il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana (ieri presente all’incontro, ndr) e gli ho chiesto di venire a Livorno per spiegarci in che termini l’impianto di bioraffineria verrà costruito e soprattutto che impatto avrà sui livelli occupazionali, che è l’aspetto che più mi preoccupa di più – precisa – . Questo incontro è stato però rassicurante perché il numero dei lavoratori non solo non verrà toccato ma, se possibile, aumenterà con un’attenzione rivolta alle maestranze locali. Tutti hanno quindi concordato con la mia idea di dare vita a un tavolo permanente in Prefettura che seguirà gli sviluppi del progetto e sarà allargato anche alle amministrazioni centrali competenti, in particolare al ministero delle Imprese e del Made in Italy».
Soddisfatto il sindaco Luca Salvetti. «Il pomeriggio di oggi (ieri, ndr) mi rende particolarmente felice e non può essere diversamente se confronto con ciò che ho vissuto il 30 dicembre 2020 – sottolinea il primo cittadino – . Ricordo che allora c’erano tanti punti interrogativi, addirittura il rischio di un disimpegno di Eni da questo territorio. Oggi c’è un progetto che mette sul tavolo 500 milioni di euro e livelli occupazionali invariati, senza dimenticare la grande attenzione alla sostenibilità ambientale dell’intervento. Ecco, non posso che dire: questi quattro anni sono serviti a costruire qualcosa di importante per la città». Infine la sindaca di Collesalvetti, Sara Paoli: «Siamo fieri di questo progetto, ma dobbiamo stare attenti, come istituzioni, su quello che sarà il percorso futuro: in prima battuta l’occupazione e l’attenzione ambientale. Ci sono state date garanzie e questo ci ha rassicurato, ma proseguiamo con i tavoli intercomunali aperti con tutte le parti sociali», conclude.
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