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L’inchiesta

Livorno, il dottore arrestato per violenza sessuale sui pazienti interrogato per tre ore: «Erano manovre mediche»

di Stefano Taglione
Livorno, il dottore arrestato per violenza sessuale sui pazienti interrogato per tre ore: «Erano manovre mediche»

L’infettivologo Claudio Pantini ascoltato in procura si è difeso dalle accuse: «Non si è limitato a negare gli addebiti, come ha sostenuto fin dall’inizio, ma ha circostanziato con estrema precisione tutti i fatti contestati»

25 settembre 2024
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LIVORNO. Un interrogatorio lungo tre ore in cui «il mio assistito, con estrema precisione, ha risposto alle domande del pubblico ministero, ripercorrendo tutte le contestazioni mosse dalla procura». Claudio Pantini - l’infettivologo di 62 anni in servizio nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno e originario di Orbetello, ai domiciliari dal 9 agosto scorso per violenza sessuale e corruzione, ora sospeso dall’Asl e dall’Ordine di medici di Grosseto, dov’era iscritto - è stato ascoltato, come da sua richiesta, dal procuratore facente funzione Massimo Mannucci e dalla pm Alessandra Fera, la titolare dell’inchiesta che un mese e mezzo fa ha portato al suo arresto.

La difesa

In merito ai presunti abusi sui pazienti - 12 diversi episodi andati avanti, secondo l’accusa, dal 2012 al 2019 - il dottore ha spiegato molto chiaramente di non essersi mai reso protagonista delle violenze, sottolineando come si trattasse di «manovre mediche», supportato anche dalla documentazione scientifica presentata e che verrà prodotta dalla difesa nell’ambito del procedimento penale.

Parla l’avvocato

«Il dottore - spiega l’avvocato che lo difende, Renato Luparini - ha risposto in modo molto esauriente e preciso. In queste settimane di arresti domiciliari, a casa sua, ha potuto consultare agende, diari e documentazioni generali non attinente ai casi specifici, ma a tutta la sua carriera sanitaria, fornendo alla pubblico ministero precisi elementi in merito a tutti i punti dell’accusa. Non si è limitato a negare gli addebiti, come ha sostenuto fin dall’inizio, ma ha circostanziato con estrema precisione tutti i fatti contestati. Ora, le decisioni, spettano ai magistrati». Pantini, che è stato interdetto per un anno dall’esercizio della professione medica e per lo stesso periodo sospeso e lasciato con metà retribuzione dall’Asl Toscana nord ovest, spera chiaramente in un alleggerimento o in una revoca della misura cautelare, attualmente gli arresti domiciliari. «Questi elementi - conclude il legale - a nostro avviso potrebbero cambiare il quadro delle cose, ma naturalmente aspettiamo le decisioni da parte del tribunale. Gli aspetti nuovi che abbiamo presentato saranno sicuramente presi in considerazione».

I familiari ringraziano

Attraverso l’avvocato parlano anche i familiari del medico orbetellano, a Livorno da oltre 20 anni, che gli sono sempre rimasti vicini dal momento dell’arresto avvenuto lo scorso agosto e che ringraziano «le tantissime persone che hanno ribadito la stima nei confronti del dottor Claudio Pantini, che appresa la notizia dell’arresto hanno contattato la famiglia per esprimergli la propria solidarietà e stima».

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