Livorno, Angela Amato saluta la questura: dal primo ottobre è in pensione
La sostituta commissaria lascia il ruolo di portavoce: al suo posto Alessandro Castiglione
LIVORNO. La commissaria della polizia di Stato Angela Amato saluta la questura: dal primo ottobre è in pensione. Nuovi cambi in via Fiume dopo l’arrivo di nuovi funzionari e soprattutto della vicaria Lorena La Spina, fino a pochi giorni fa a capo della postale regionale, che subentra al neopromosso dirigente superiore Alfredo Matteucci.
Sessant’anni, fiorentina di nascita, si arruola a 22 anni il 29 settembre 1986 e, dopo aver frequentato il corso di agente, inizia la sua attività a La Spezia dove resta per quattro anni, per poi superare il concorso da sottufficiale nel ‘90 e ritornare in Liguria, dove si è specializzata in nautica, dopo aver trascorso un periodo di poco più di un biennio alla polfer di Genova Brignole e Principe quale comandante di squadra. Dal 2002 al 2007 si trasferisce alla questura di Napoli dove lavora come responsabile della segreteria del personale dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e poi successivamente all’ufficio di gabinetto.
Torna nella sua Toscana nel dicembre del 2007, a Livorno, restando quasi tre anni all’ufficio del personale e poi all’ufficio di gabinetto, dove dal 2014 ricopre, oltre al ruolo di coordinatrice delle sezioni, quello di portavoce della questura. «Il periodo per me più bello è stato quello napoletano, perché lì ho avuto l’opportunità di crescere, non solo di rimettermi in gioco come poliziotta, approfondendo così la mia preparazione, ma ricevendo in cambio grande riconoscenza e soddisfazione in termini di responsabilità che mi venivano assegnate e che con grande soddisfazione riuscivo a ricoprire».
A 40 anni, dopo un concorso interno, è diventata ispettrice. Ora va in pensione come commissaria, un ruolo che l’ha portata anche a dirigere l’ufficio relazioni con il pubblico di via Fiume e ad essere la vice dell’ufficio di gabinetto. «Quello napoletano resta il vero banco di prova come periodo – prosegue – perché giungere in una grossa realtà con un grado (ispettore capo) come il mio voleva dire all’epoca quasi fare un salto nel buio. Venni assegnata alla segreteria del personale di un ufficio prevenzione che all’epoca contava circa 750 operatori. Al mio fianco avevo ovviamente una vera e propria squadra di persone oltre che poliziotti, circa 25, con le quali sono riuscita a stabilire un meraviglioso rapporto di amicizia oltre che professionale, imparando tantissimo da loro. Per me quello rimane il periodo lavorativo più soddisfacente, più carico di responsabilità, più entusiasmante che abbia attraversato e più carico di riconoscenza e stima da parte dei miei superiori e collaboratori».
L’arrivo a Livorno per questioni familiari, in una città per lei nuova, dove resterà ad abitare. «Il mio periodo lavorativo livornese – sottolinea – l’ho legato principalmente a una scelta mia familiare. Qui sono arrivata senza neanche conoscere la città, sono rimasta perché mi piaceva la cittadina sul mare, in Toscana (nella mia Toscana), a misura d’uomo. In questura nel mio ruolo di portavoce sono stata molto bene lavorando al fianco di questori che riconoscevano l’importanza della comunicazione delle nostre attività e la validità e l’importanza della divulgazione delle stesse insieme a quegli importanti valori in cui la nostra istituzione è incardinata. Grazie alla mia famiglia, in primis a mio figlio Christopher che forse più di tutti ha “pagato il prezzo” di alcune mie scelte – conclude – perché la vita sempre ci pone a dei punti di svolta e le decisioni che si prendono non sempre in quei momenti sono comprese e condivise da tutti, pur rimanendo le migliori che in quel momento si potevano prendere. Ma in ogni caso, sempre e ovunque ho cercato di garantire la mia presenza e i miei obblighi di mamma, senza venire meno a quelli lavorativi e istituzionali, non sempre semplici».
Al suo posto, dal primo ottobre, il ruolo di portavoce sarà garantito dal vicequestore Alessandro Castiglione, che da poco più di un anno dal ruolo più operativo alla digos (ora in mano al commissario capo Giovanni D’Allestro) è stato trasferito all’ufficio di gabinetto.