Automotive, riesplode il caso “targhe prova”
Pd all’attacco dopo quanto emerso nel corso di una seduta della Commissione Trasporti della Camera nella quale, secondo i deputati dem, il Governo non ha saputo dare risposte rispetto alla richiesta di modifica del nuovo regolamento
LIVORNO. Ci risiamo. Riesplode il caso delle poche targhe prova a disposizione delle società portuali impegnate nella movimentazione di autovetture sulla base della nuova normativa entrata in vigore nel maggio scorso.
Una situazione che rischia di generare un vero e proprio caos nei porti, come quello di Livorno, che hanno nei servizi forniti all’automotive uno dei loro punti di forza. Ebbene, secondo il Pd il Governo getta nel caos il settore e mette a rischio l’occupazione. L’attacco dei dem arriva dalla vicepresidente del gruppo del Pd della Camera, Valentina Ghio, ed è successiva alla seduta della Commissione Trasporti nella quale il Governo ha risposto a un'interrogazione presentata proprio dal Pd. "Il numero indicato dal Ministero nel decreto è troppo basso – sostiene Ghio - e molte aziende stanno iniziando a licenziare con gravi conseguenze sull'occupazione nel settore del trasferimento delle auto dalle banchine ai piazzali fuori dal porto. È allucinante che il governo intervenga senza conoscere gli effetti concreti delle decisioni: dopo aver abbandonato all'incertezza centinaia di lavoratori con il Decreto che ha ristretto il numero di autorizzazioni rilasciabili per la circolazione delle targhe prova, il Governo risponde ad una interrogazione in Commissione che i firmatari (Simiani, Ghio, Casu, Bakkali) giudicano senza impegni temporali concreti, ma solo con il generico impegno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a risolvere la problematica”.
“La proroga del Governo – continua Ghio - dopo il pasticcio causato dal decreto e dopo le preoccupazioni manifestate da aziende e lavoratori, scade il 30 novembre. Il tempo stringe e non bastano le buone intenzioni: a due mesi dalla scadenza della proroga, le aziende e i lavoratori, in particolare dei porti di Livorno e Civitavecchia hanno bisogno di atti che consentano loro di pianificare il lavoro e scongiurare crisi occupazionali".