Il Tirreno

Livorno

Scuola: la protesta

Orario spezzato e stipendi ridotti, a Livorno è caos tra i custodi: «Pochi e precari»

di Luca Balestri
Orario spezzato e stipendi ridotti, a Livorno è caos tra i custodi: «Pochi e precari»<br type="_moz" />

La denuncia della Cgil: «Problema di sorveglianza e sicurezza, sono essenziali ma i presidi non aiutano»

19 settembre 2024
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LIVORNO.«Quest’anno quando abbiamo visto pubblicata la disponibilità dei posti per le supplenze, abbiamo trovato una sorpresa poco piacevole. Per i profili di assistente amministrativo, assistente tecnico e soprattutto per i collaboratori scolastici, abbiamo trovato dei posti frazionati». È sul piede di battaglia Veronica Virgili, segretaria della Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil Livorno.

Cosa significa per i collaboratori scolastici avere l’orario ridotto?

«I dirigenti scolastici per cercare di avere una copertura maggiore nelle ore di punta, in cui hanno bisogno di più personale, spezzettano l’orario dei lavoratori. Così che i lavoratori debbano lavorare solo nelle ore centrali della giornata, e così che non possano trovare un altro lavoro. Necessario, visto che già con l’orario intero si fa fatica a percepire uno stipendio decente».

Sono stati coperti tutti i posti precari dei collaboratori scolastici a Livorno?

«Sulla provincia il totale era di 182 posti complessivi, ne sono rimasti fuori solo 16, a Piombino e all’Elba. Di questi 87 lavorano con gli spezzoni orari, part time. Nel comune di Livorno sono stati assegnati 63 posti, di cui 44 part time. I part time possono andare da sei fino a ventiquattr’ore».

A tempo pieno, un collaboratore scolastico quanto prende a fine mese?

«Con trentasei ore, che sono il tempo pieno, un collaboratore scolastico arriva a prendere tra i 1.100 e i 1.200 euro. Chi fa solo dodici ore a settimana non arriva a prendere neanche 500 euro al mese. E dato che gli spezzoni di ore in cui i collaboratori lavorano, che sono quelli in cui c’è più necessità, trovare un secondo lavoro è impossibile. Per le scuole superiori le ore più lavorate sono dalle 10 alle 14, mentre per gli istituti comprensivi si lavora soprattutto tra le 13 e le 18».

I dirigenti quindi non sono tenuti a guardare anche alle esigenze dei lavoratori?

«La cosa grave è che invece di avere dei dirigenti che si alleano con i lavoratori, tutta la responsabilità viene scaricata sui collaboratori scolastici. Che sono essenziali per il funzionamento della scuola, dato anche che sono quelli che la aprono e la sorvegliano».

Avere dei collaboratori scolastici che lavorano con gli spezzoni di ore che difficoltà comporta per la scuola?

«Da una parte c’è un problema di sorveglianza e di sicurezza. Spesso i collaboratori si trovano da soli a controllare un intero piano, e così non riescono a sorvegliare tutti i ragazzi. I dirigenti usano i collaboratori soprattutto per garantire la pulizia dell’edificio, nelle ore centrali della giornata. Ma le fasce in cui la sorveglianza dovrebbe essere maggiore, come all’entrata e all’uscita dei ragazzi, rimane scoperta».

E nonostante questi problemi, le scuole oggi stanno aperte tutto il giorno.

«I dirigenti hanno l’esigenza di tenera la scuola più aperta possibile, per fare i progetti che il Ministero sta finanziando, per portare soldi alla scuola. L’apertura pomeridiana delle scuole provoca una turnazione continua, quindi sempre più ore scoperte, senza collaboratori. Se anche un solo collaboratore si ammala, per gli altri è difficile coprire il suo lavoro». l


 

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