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Bioraffineria a Stagno, via libera dal ministero: i tempi, l’iter e le ricadute occupazionali

di Martina Trivigno
Bioraffineria a Stagno, via libera dal ministero: i tempi, l’iter e le ricadute occupazionali

Firmato il decreto sulla compatibilità ambientale del progetto. Dal 2026 tre impianti simili a quelli di Gela e Porto Marghera

08 settembre 2024
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LIVORNO. Via libera alla bioraffineria Eni a Stagno. A stabilirlo è il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di concerto con quello della Cultura con un decreto – firmato venerdì scorso – in cui esprime «un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del progetto “Bioraffineria Livorno: realizzazione, all’interno dell’area di pertinenza della raffineria di Livorno, di una sezione di bioraffineria destinata alla produzione di biocarburanti”. E pronuncia anche «un parere favorevole circa l’assenza di incidenza negativa e significativa sui siti Natura 2000 a seguito della Valutazione di primo livello (screening), fatto salvo il rispetto di quanto prescritto nelle condizioni ambientali relative agli aspetti progettuali».

Le tappe

Era la fine di gennaio di quest’anno quando Eni confermò la decisione di realizzare a Livorno la terza bioraffineria in Italia, già annunciata nell’ottobre 2022: era stata infatti presentata istanza di Valutazione di impatto ambientale (Via) nel novembre 2022, ma da allora la società era sempre in attesa del completamento delle autorizzazioni. Il progetto – che prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati – viene inserito nel panorama degli interventi europei legati alla promozione dell’energia rinnovabile e al miglioramento della sostenibilità del settore energetico e dei trasporti, in base al quale Eni ha deciso di mettere in conservazione, cioè in sonno, alcuni impianti tradizionali dedicati alla produzione di combustibili fossili per autotrazione e volo, e realizzare nuovi impianti di processo tecnologicamente avanzati al fine di poter operare in un nuovo schema, basato anche su una sezione green, che permetta la produzione di biocarburanti, partendo da cariche di origine biologica residuali.

Come sarà

E in quest’ottica il progetto di Eni prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati: un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining da 500mila tonnellate all’anno e infine un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano. Una conversione del sito industriale di Livorno che ricalcherà il modello già realizzato da Eni nel 2014 a Porto Marghera e nel 2019 a Gela con l’obiettivo di decarbonizzare e ad aumentare la capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate all’anno agli oltre 5 entro il 2030. Le aree dove sono previsti i tre nuovi impianti per la bioraffinazione sono già cantierizzate per i lavori preparatori e l’avvio della costruzione era previsto dopo l’arrivo dell’autorizzazione di legge che era atteso già da alcuni mesi: nulla infatti poteva muoversi fino a quando il ministero dell’Ambiente non si fosse espresso sulla compatibilità ambientale del progetto.

L’iter

Le aree dove sono previsti i tre nuovi impianti per la bioraffinazione già da tempo sono state cantierizzate per i lavori preparatori, ma l’avvio della costruzione era previsto dopo aver ottenuto l’autorizzazione di legge che mancava, ossia la Valutazione di impatto ambientale, che ora finalmente è arrivata. Un percorso lungo perché prima di esprimere il suo giudizio, il ministero dell’Ambiente ha acquisito quattro pareri, risultati poi tutti positivi: quello della commissione tecnica Pnrr-Pniec (Piano nazionale di ripresa e resilienza e Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) in data 20 giugno 2024, un dossier formato da 147 pagine; del ministero della Salute, in data 14 maggio 2024 (formato da sette pagine); della Regione Toscana, in data 13 maggio 2024, che contiene 45 pagine e, infine, un parere positivo (ma con prescrizioni) dell’Istituto superiore di sanità.

L’ultimo atto è il decreto che riporta la data del 6 settembre firmato dai ministeri dell’Ambiente e della Cultura con un giudizio positivo che di fatto dà il via libera a Eni a iniziare i lavori veri e propri per la realizzazione dell’impianto: la sua apertura è in programma per il 2026.

L’occupazione

Grazie alla bioraffineria il futuro prossimo dei lavoratori è garantito, soprattutto per i diretti. Anche con il temporaneo stop della linea di produzione dei lubrificanti, visto che i dipendenti Eni nel frattempo saranno impiegati prima per assicurare la fermata negli impianti, poi nella costruzione del “nuovo” sito industriale. Ma per gli anni a venire, a causa della transizione energetica, l’incognita risiede nel mantenimento della produzione dei prodotti classici – la benzina e il gasolio – al momento ancora necessari e in futuro, con ogni probabilità, sempre meno richiesti. Eni, però, fin dal primo momento ha garantito «di assicurare un futuro produttivo e occupazionale al sito».

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