Maltempo
Livorno, viaggio nei cantieri del post alluvione dal rio Maggiore ai Tre Ponti: «Fine lavori tra due anni e mezzo»
Lo stombamento dentro l’Accademia deve essere ancora iniziato a causa di ritardi. Lo stesso vale per il ponte di via Mondolfi: previsti per gli interventi 100 milioni
LIVORNO. Un sopralluogo sui principali cantieri di messa in sicurezza idraulica in compagnia di Luca Barsotti, ingegnere e dirigente del Comune all’ufficio infrastrutture. Una mattina intera, ieri, in cui l’assessore ai Lavori pubblici, Federico Mirabelli, ha verificato il progredire delle opere, il loro stato, l’importanza strategica di quel che sarà quando tutto sarà finalmente compiuto. Serviranno ancora due anni e mezzo prima di scrivere la parola fine su un progetto complessivo mastodontico, tenendo conto di quel che resta da iniziare: la stombatura del rio Maggiore dentro l’Accademia e il nuovo ponte di via Mondolfi. Circa 100 milioni furono previsti, gran parte dalla Regione a gestione diretta.
Prende appunti Mirabelli. Aspetta la visita dell’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, e del governatore Eugenio Giani e anche le garanzie che i tempi delle ultime tabelle di marcia non subiscano più slittamenti. Sa che il 10 settembre ci sarà anche la conferenza dei servizi a Firenze per l’approvazione del progetto esecutivo dei lavori di stombamento dentro l’Accademia.
E intanto si preoccupa della zona stadio, il tratto di via Toti che deve collegarsi con la parte già conclusa dietro la curva nord dell’Armando Picchi e che dovrà anche attraversare viale Nazario Sauro, dirigersi verso la rotonda a “fagiolo” ed entrare dal cancello dell’Accademia, rasentando i due archi di Barriera Margherita. Uno sguardo alla villa dove abbiamo pianto la famiglia Ramacciotti e a quel pezzo interrato dagli anni Trenta che appare oggi curvilineo, ancora da demolire, presentando già un alveo raddoppiato e che procederà verso l’imbocco di viale Sauro, attraversando il ponticello di accesso di via Toti che sarà abbattuto e rifatto, correndo lungo il marciapiede fino alla centralina Enel, scavando un tunnel che attraversa la strada e tuffandosi nella striscia di terra dove un tempo c’era la stazioncina del trenino. Una striscia incolta, per mettere a dimora un numero consistente di alberi. Le eco che arrivano a Mirabelli sono chiare. Li si poteva essere pronti prima, mentre non lo si sarà prima di fine estate 2025. Ma hanno vinto (giustamente) la politica dell’ascolto e le istanze mosse dai residenti. E allora, nuovi progetti per “mangiare” meno spazio possibile ai palazzi che circondano il naturale scorrimento del corso d’acqua. E fare tutto in sicurezza, “palificando” gli argini e dando così anche rinforzo alle fondamenta dei condomini, sorti su un piano che non presenta il solito livello rispetto ad altre strutture che furono costruite prima dello stadio e rimaste più basse dopo che si decise, all’epoca, il rialzamento dei terreni. I mezzi meccanici lavorano in quel tratto di tombamento. Si vede bene dal ponte sulla via Rodocanacchi: grosse pinze idrauliche divorano cemento e tondini in ferro, portando alla luce il rio. Verso via Cattaneo, dal ponticello di via dei Pensieri, Mirabelli osserva il cantiere sull’area di fianco al campo scuola: il lotto deve essere scoperto lì, dove un tempo c’era il verde allestito dai residenti di via Montelungo sulla proprietà del demanio.
Un’ottantina di alberi che non ci sono più per fare spazio alla realizzazione, ma che devono essere ripiantumati per non tradire la politica del verde contro le isole di calore. Secondo alcune indiscrezioni, ne saranno messi in numero doppio rispetto a prima. In lontananza si intuisce l’impianto del Livorno 9, dove a breve arriveranno gli spogliatoi prefabbricati che saranno montati sul posto e si terminerà il parcheggio. Gli operai dicono che siamo ormai sul filo di lana, non oltre un paio di settimane, per aprire la bretella temporanea di via Cattaneo. Perché il ponte che c’è ora, vicino all’autolavaggio, andrà giù e ne vedremo poi un altro.
Si percorre la strada della “coppina” per arrivare all’incrocio con via di Popogna. Se si gira a sinistra, si trova il ponticello rasente al cimitero della Misericordia che fu la causa dei disastri verso lo stadio. Qui, i lavori devono ancora partire. Tutto l’argine sarà allargato andando a restringere la strada che sarà chiusa, diventando un parcheggio. Vedremo infatti una nuova bretella, che passerà parallela fra il campo da rugby e il cimitero di Ardenza che ricollegherà con l’Aurelia. Si va al 2026.
Lavori nascosti in gran parte, ma faraonici, dallo Stillo, direzione il mare e termine per inizio ottobre. Sul lotto 5 e 8 sono due i ponti da rifare: uno, già compreso nell’appalto, l’altro sul “botro del mulino”. Opera non meno importante che sarebbe bene fare prima possibile: previsto sul lotto successivo, non è ancora finanziato dalla Regione. Nella zona di Collinaia, sembra di essere sul Po tanto si è allargato. Tutta roba partita dalla variante Aurelia, verso monte. Si vede il ponte di via Collinet che martedì sarà demolito e poi rifatto in acciaio e dove verrà realizzata una nuova viabilità da inaugurarsi per l’estate del prossimo anno, mentre lì vicino è quasi pronta la realizzazione della deviazione del Valle Corsa fra via Collinet e via Garzelli.
Sempre stralcio 5 e 8, sempre argini due volte e mezzo rispetto al passato, tutto “ricalibrato”, si tira dritto fino alla ponte di via Mondolfi che sarà fatto alla fine. Per ultimi, i Tre Ponti. «Speriamo di fare presto qui», dice Mirabelli a Barsotti. Osservano il Bailey e la viabilità alternativa. Carreggiata larga 7,5 metri prima e dopo il ponte a traliccio, per garantire il doppio senso di circolazione. Il ponte provvisorio sarà aperto per metà settembre: subito dopo, si potrebbe procedere ad abbattere quello che tutti i livornesi conoscono da sempre. «La Regione è determinante nei posti visitati, impegnata per 73 milioni di euro – conclude Mirabelli – e i dati mi suggeriscono che il 31% delle opere per un totale di quasi 23 milioni si sono concluse, che il 49%, pari a 35,7 milioni sono in corso, mentre restano 14,6 milioni di euro in progettazione. C’è sempre molto da fare, capisco i disagi, ma bisogna perseguire l’obiettivo principale che tutti si prefiggevano dopo quella maledetta notte».