Livorno, mille chilometri per recuperare 148 chili di cocaina in porto: arrestati tre corrieri
Sarebbero partiti dall’Albania per raggiungere il container in Darsena Toscana. I militari della guardia di finanza li hanno presi appena entrati in Darsena Toscana
Livorno Con la prospettiva di facili (e lauti) guadagni sarebbero partiti dall’Albania, mettendosi in viaggio verso Livorno per recuperare 150 chili di cocaina da un container appena sbarcato in Darsena Toscana. Ma proprio all’ingresso dell’area doganale del porto, mentre i finanzieri stavano tenendo d’occhio i piazzali, sono finiti in manette. E nel giro di poche ore anche in carcere. È stata un’altra operazione conclusa con successo quella della guardia di finanza del gruppo di Livorno, che nelle scorse settimane ha fermato tre “esfiltratori” albanesi, persone che per conto della criminalità organizzata avrebbero dovuto consegnare a qualcuno (non hanno specificato a chi) l’ingente quantitativo di droga dal valore di decine di milioni di euro, suddivisa in 139 panetti dal peso, ognuno, di circa 1,1 chili.
Chi sono gli arrestati
Le persone arrestate – difese dagli avvocati Roberto Pellegrini di Firenze e Mariachiara Gregoraci di Roma – sono i fratelli Ylber e Napolon Arshi, di 37 e 35 anni, e il trentenne Goliano Zhupa. Nessuno di loro è residente in Italia, né aveva addosso documenti di identità, motivo per il quale non è stato semplice identificarli per i finanzieri, che nel sequestro poi convalidato dal tribunale hanno agito insieme ai colleghi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli sulla base di precisi “alert” di rischio inerenti proprio quella spedizione, un carico di banane diretto a un’azienda con sede in Svizzera. La frutta, all’interno, c’era davvero. Peccato che accanto ci fosse anche la cocaina, per fortuna emersa subito grazie al controllo delle fiamme gialle con lo scanner in dotazione all’agenzia. I tre arrestati hanno scelto la strada del silenzio, senza fornire alcuna informazione in merito al loro coinvolgimento nella vicenda. Al momento restano in cella, in regime di custodia cautelare, nel carcere delle Sughere. La procura, naturalmente, contesta loro anche l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, dato l’enorme ammontare della cocaina sequestrata, che stavano iniziando a portare via dal Terminal Darsena Toscana con dei borsoni.
Il viaggio
Il carico di droga scoperto dai finanzieri era partito dal porto ecuadoregno di Guayaquil, che affaccia sull’Oceano Pacifico. Poi la nave – la Cma Cgm Exemplarity, costruita l’anno scorso per il colosso francese delle spedizioni via mare Cma Cgm, battente bandiera maltese, 272 metri di lunghezza e 42 di larghezza – ha attraversato il Canale di Panama e si è diretta verso l’Europa, “toccando” anche il porto labronico. Qui, una volta giunta a banchina, il container è stato scaricato dai portuali del Terminal Darsena Toscana, recentemente acquistato dal Gruppo Grimaldi, e i finanzieri del gruppo di Livorno sulla base di precisi “alert” di rischio lo hanno analizzato scoprendo, in una parte del container, la presenza dell’ingente quantitativo di “polvere bianca”. Dopodiché, nel giro di qualche ora, gli “esfiltratori” sono entrati nell’area doganale per ritirarlo, ma prima che concludessero il loro compito (che sarebbe stato pagato migliaia di euro, almeno questo il tariffario corrisposto per i recuperi ad altri “esfiltratori” in passato) i militari delle fiamme gialle li hanno arrestati, senza che per fortuna i tre opponessero resistenza.
Il bilancio
Il maxi-sequestro di qualche settimana fa è il più importante fra quelli messi a segno in porto dalla guardia di finanza di Livorno nel 2024. Il 24 gennaio scorso, infatti, ne erano stati requisiti 28, il 6 marzo successivo 56, stessa quantità il 2 aprile e 14 chili il 3 giugno. In totale, limitandosi alla sola cocaina, sono stati tolti dal mercato 303 chili, mentre 128 sono stati i chili di marijuana sequestrati lo scorso 6 marzo. Poco più di tre invece i chili di eroina rinvenuti, sostanze stupefacenti – la marijuana e l’eroina – che hanno un costo assai minore rispetto alla “polvere bianca”, assai più remunerativa per la criminalità organizzata che, molto spesso, è dietro a queste spedizioni intercettate nei porti. Il porto di Livorno, proprio prima dell’emergenza Covid, ha stabilito uno dei record per sequestri di cocaina: in questo casi i carabinieri, sulla base di una segnalazione arrivata dall’estero, hanno intercettato 3,3 tonnellate di “polvere bianca” dirette a Marsiglia, in Francia, dove sono poi stati arrestati i corrieri. Un carico solo di passaggio, sulla nave, che non doveva neanche sbarcare in Italia. Ma che è stato scaricato qui e poi bruciato nell’inceneritore del Picchianti. l
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