Bolkestein, a Livorno ballano 20 concessioni: «Niente gare, ecco come saranno riassegnate»
L’assessora al Demanio Viola Ferroni fa il punto: 11 stabilimenti, 5 porticcioli e 4 fra spiagge attrezzate e punti blu. Sono gli attuali gestori che si dovranno fare avanti, se perdono l’indennizzo lo paga chi subentra
LIVORNO. Stamani è sciopero dalle 7, 30 alle 9, 30 degli operatori balneari di tutta Italia dei sindacati aderenti a Confcommercio e Confesercenti contro l’immobilità del governo sulla direttiva Bolkestein riguardo le concessione sulle spiagge e aree demaniali, in attesa di quello già annunciato del 19. Viola Ferroni, assessora al demanio marittimo di Livorno, ha partecipato ieri ad una riunione (da remoto) con Anci Toscana, Regione e i comuni della costa per individuare una strada condivisa, seguendo la linea della modifica della legge regionale 31/2016 sulle procedure comparative per l’assegnazione delle concessioni per finalità turistiche e ricreative. Una modifica individuata dalla seconda commissione sviluppo economico e rurale, con la proposta della legge 259, varata il 18 luglio scorso e che entra in vigore a partire dai 45 giorni successivi, quando si erano già registrate la sentenza del Consiglio di Stato che bocciava la proroga alle concessioni (il termine resta il 31 dicembre di quest’anno, ndr) e quella della Corte di Giustizia del Lussemburgo, in cui si giudicano legittime le acquisizioni delle opere realizzate dai gestori sulle aree del demanio. Con la 259, si riconosce per esempio l’equo indennizzo all’imprenditore che dovesse perdere il diritto attraverso una cifra i cui criteri sono da stabilire, e che dovrà essere corrisposta da chi subentra. Una faccenda fra privati, insomma. A Livorno 11 stabilimenti, 5 porticcioli e 4 fra spiagge attrezzate e punti blu.
Ferroni, ci può dare ragguagli sulla riunione?
«Molto tecnica, con oggetto la legge 259 e le sue linee guida che rappresentano la cassetta degli attrezzi con la quale andremo a costruire l’intero impianto. La legge prevede che si possa attivare la procedura in essa contenuta su istanza da parte del concessionario».
Ci spieghi meglio.
«Significa che non ci sarà un vero bando del nostro comune ad esempio, ma la procedura si potrà attivare su istanza di chi gestisce già la singola struttura. Tutto mutua dal codice della navigazione che a sua volta richiama a un Regio Decreto. Il concessionario in pratica, presenterà la sua “candidatura” e chi vuol partecipare, si aggancia alla stessa. Il concessionario non vanta nessuna prelazione, ma grazie a ciò che viene contenuto nelle linee guida, avrebbe diritto a ricevere un equo indennizzo qualora non fosse lui l’aggiudicatario. Ovviamente, se il concessionario uscente non accendesse la pratica, la attiveremmo forzatamente noi. In questo caso però, in caso di cambio di gestione, andrebbe a decadere il diritto all’indennizzo».
E l’indennizzo come si calcola?
«Lo stabiliranno le linee guida. Esso, non può essere calcolato infatti sugli ammortamenti o sugli investimenti fatti. La norma recepisce una parte dello spirito demaniale, un’altra di quello patrimoniale e una propria delle concessioni di servizi. Dove il tema del piano economico finanziario, cioè l’indennizzo basato sul volume dei ricavi, diventa essenziale. È il vero nodo. Serve un parametro e questo non lo detta certo il concessionario uscente. Che non può dire a caso: “Voglio 10 milioni”, a fronte di una concessione demaniale che sui nostri bagni più famosi costa dai 60 agli 80 mila euro. Sarebbe come estromettere qualsiasi persona terza interessata. L’indirizzo politico è piuttosto basato sul ricavo annuo».
Insomma, attualmente ogni regione fa da sé.
«La Toscana ha aperto un dialogo con le associazioni di categoria molto positivo. E noi a Livorno, una volta pubblicate le linee guida, convocheremo immediatamente il tavolo permanente istituito 5 anni fa con i balneari, costruiremo insieme il percorso, cercando di ottemperare alle scadenze. A meno che…».
Dica…
«Magari nel frattempo, al primo Consiglio dei Ministri utile, il governo deciderà di fare quello che si attende, e saremo tutti felici. In assenza di chi deve legiferare, è lodevole intanto come ci stiamo muovendo in Toscana, regolamentando dal 2016 senza mai aver registrato ricorsi evitando di andare avanti a colpi di sentenze, con la giurisprudenza che spesso altrove si sostituisce, ahimè, al potere legislativo. Il vulnus vero, è che il potere legislativo è dal 2006, con i governi di tutti i colori, ha rinunciato all’esercizio affidato dalla Costituzione. Ben vengano quindi la Regione e come lei tutte le altre che si stanno muovendo, cercando di colmare il vuoto a beneficio del territorio, pensando alle migliaia di persone interessate. Fino a ora si è percorsa la strada del doppio danno. Primo, impedendo una sana e unica programmazione, e secondo, perché l’Europa ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia che pagheremo con i nostri soldi».