Livorno, un telo per coprire le brutture delle baracchine sul viale Italia in attesa di altre demolizioni
A breve le strutture saranno nascoste con delle “coperture artistiche”. Dopo la cancellazione che ha riguardato l’ex Tiburon sono stati stanziati 600mila euro per nuovi interventi
Livorno Dopo dieci anni di oggettive brutture su uno dei lungomare più belli d’Italia, a due passi dalla Terrazza Mascagni, è partito il conto alla rovescia. Protagoniste, le baracchine, lodevole tentativo di riqualificazione che però negli anni è fallito e di cui il Tirreno si è più volte occupato. Non per l’osare architettonico, quanto (ed è solo una delle problematiche legate a queste strutture) riguardo l’uso dei materiali che ne hanno in buona parte segnato l’infausto destino.
Entro fine anno, altre due (dopo l’ex Tiburon quelle più vicine al cantiere) verranno abbattute, avviando un intervento sistematico di demolizione e ricostruzione mettendo contemporaneamente in sicurezza quelle che nel frattempo restano in piedi (sono quattro, nelle due piazzette successive, ndr) con una impacchettatura di tipo artistico. Un vestito per coprire le brutture e impedire agli incivili di gettare all’interno degli spazi delimitati i rifiuti.
Saranno coperte quindi con un rivestimento in tessuto/non tessuto, riportando motivi che richiamano al verde ed al mare. Il piano prevede che per ogni piazzetta, invece che due baracchine ce ne sia una sola. Quindi, invece delle sei in origine, alla fine ne avremo tre. Saranno anche posizionate in maniera diversa, eliminando l’effetto “tappo” alla visuale del mare per coloro che passeggiano.
A bilancio, pronti 600 mila euro per le demolizioni e il packaging artistico. Tutto, già contenuto nelle delibere di giunta del 7 marzo 2023 con le quali si approvò il masterplan del viale Italia e il progetto di fattibilità tecnico economica per le baracchine nelle tre piazzette. Forse, la cifra già stanziata potrebbe rivelarsi “abbondante” ed allora, durante la fase dei primi lavori, se l’avanzo lo permettesse, si potrebbe procedere entro gli stessi tempi, cioè dicembre 2024, ad abbattere anche la terza baracchina, la prima della piazzetta numero due. In ogni caso, per individuare le risorse utili a completare il tutto, si dovrà attendere la primavera 2025 con il prossimo bilancio.
La cosa certa è che per il 2026 tutte le aree interessate non presenteranno più le vecchie strutture e potrebbe già essere ricostruita almeno la baracchina numero uno.
Manifestazione deserta
Diciamola tutta. Con pubblicazione nel dicembre 2023 e scadenza 19 febbraio 2024, il Comune aprì a una manifestazione di interesse, procedura di raccolta di idee sulla valorizzazione riguardante tutto il patrimonio comunale, comprese le baracchine. In parole povere, un messaggio al privato per dire: «Questi sono gli immobili che al momento hanno bisogno di una valorizzazione; se ci sono interessi, fatecelo sapere». Non un bando, ma una mossa esplorativa che è andata miseramente deserta.
Il Comune fa da se
Con la prima delle due delibere del marzo 2023, intanto si era approvato il masterplan del viale Italia: dalla rotonda del cantiere fino a San Jacopo. Un quadro conoscitivo che ripercorre la storia delle trasformazioni di quel tratto di lungomare.
La messa a sistema di una serie di interventi che da soli appaiono sporadici ma che invece, messi insieme, “si parlano”. Quelle piazzette dove ci sono le baracchine da demolire, fanno parte di un sistema urbano lineare, con il sogno di un parco pubblico lungo la costa. Quegli spazi, dovranno essere concepiti in modo da essere più aperti verso il mare, tipo lo Scoglio della Regina. Non più due fabbricati a guardarsi, ma uno solo, con verde e spiazzo per sosta e godere della frescura. Con la seconda delibera, fu varato il programma di fattibilità tecnica, definendo il fronte che dovranno presentare: più libera possibile la visuale da terra verso il mare. Con la manifestazione di interesse passata nella completa indifferenza, si sono studiate le forme di realizzazione, tenendo conto che c’erano ancora delle concessioni in essere. Quindi, partire da dove si era liberi di agire e compatibilmente alle disponibilità finanziarie. E da lì, decidere che si doveva muovere l’amministrazione. Il Comune ha deciso: farà da se, dandosi due anni di tempo per la realizzazione.
Le nuove baracchine
Per vedere tutte e tre quelle nuove e buone per andare a fare l’aperitivo, proviamo quindi a fissare un termine: non prima della fine del 2026. Il dibattito si potrebbe anche aprire sul come saranno, mantenendo chiaro un aspetto per chi programma, e che non può sbagliare. Progettare con un stile consono alla tradizione della Livorno di un tempo. Come quella Rossa ad esempio. In muratura, e di stile sostanzialmente di facile realizzazione. Oppure, a trazione trasparente (vetro), con struttura portante e capriate metalliche a disegni floreali sullo schema del Mercato delle Vettovaglie. Si volesse invece fare diversamente, questa volta rivolgersi a architetti come Calatrava o suoi allievi. Si andrebbe sul sicuro.l
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