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Effetto Venezia: l'intervista

Dolcenera a Livorno al Roxy Bar labronico di Red Ronnie: «Qui in città vivono zio e cugini»

di Simone Fulciniti
Dolcenera a Livorno al Roxy Bar labronico di Red Ronnie: «Qui in città vivono zio e cugini»<br type="_moz" />

La cantante si racconta tra progetti e sogni cinematografici: "Sanremo? Io credo nella legge dell’attrazione. Se io non ci vado da anni, significa che tra me e il festival attrazione non c’è"

02 agosto 2024
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LIVORNO. Un’artista meravigliosa, un volto amatissimo dal pubblico italiano. Dolcenera siederà come ospite nel Roxi Bar Live di Red Ronnie, la sera di venerdì 2 agosto, alle 21 in piazza del Luogo Pio, pronta a confrontarsi col conduttore, con se stessa e con i livornesi. Una cantante, polistrumentista, di rara intensità, che negli ultimi tempi ha incantato le platee col suo “one woman show” Anima Mundi.

Dolcenera, Livorno non è nuova per lei?

«La conosco bene perché ho uno zio che ci abita. Zio e cugini. Mi piace. Adoro la città sul mare, la cucina, l’atteggiamento dei livornesi. La cadenza che avete da queste parti. Abitando a Firenze, ogni tanto ci bazzico. Specie d’estate».

Cosa proporrà questa sera a Effetto Venezia?

«Quando di mezzo c’è un personaggio come Red Ronnie, non si può mai sapere. Primo perché se parla di musica, data la sensibilità che ha, segue il filo diretto delle emozioni del momento. E quindi succedono sempre cose inaspettate e vere. Come se il pubblico non ci fosse più, diventa una chiacchierata tra amici di tante vite. Una cosa singolare e speciale. Basata sull’improvvisazione:di questi tempi, abbastanza rara. Oggi gli spettacoli sono programmati. Viviamo un tempo dove anche nei tour mondiali, vengono fatti i saluti negli stessi punti delle stesse canzoni. Succedono sempre le stesse scenette».

Quando si è accorta di avere talento?

«Eh, chi può dirlo. Ho un senso critico troppo elevato su me stessa e quindi sulla mia carriera. Non sarò mai all’altezza delle mie aspettative che pian piano salgono fino alla luna. Mi rendo conto di riuscire a mostrare l’anima quando suono dal vivo: non sono mai stata negli schemi, e neanche nelle forme cartonate del mondo spettacolo».

Il momento più bello vissuto d’artista?

«Quando ho lanciato il brano “Amaremare”: perché ho proposto qualcosa con un significato sociale tanto importante in un momento storico in cui l’estate sembra stagione solo per canzoni leggere. Una canzone sulla salvaguardia del pianeta».

Lei ama anche fare cinema.

«Tempo fa ebbi dei ruoli, ma all’epoca lo stile di vita dell’attore era opposto al mio, ci si sveglia alle 4 del mattino, e io vivevo su un altro fuso orario. Ora tendo a svegliarmi all’alba e andare a letto presto. Recitare potrebbe tornare a far parte di me; non mi dispiacerebbe per niente. Di recente, a un festival italiano di cinema, ho incontrato Hervey Keitel che ha elogiato il mio modo di suonare. Incontrare uomini di questa levatura, ti arricchisce».

C’è un’artista del passato che per lei fonte di ispirazione?

«Tradotta nel mio linguaggio e nell’epoca in cui vivo, Nina Simone»

E a Sanremo? La rivedremo? «Io credo nella legge dell’attrazione. Se io non ci vado da anni, significa che tra me e il festival attrazione non c’è. Magari il sentimento cambierà e saprò attirare cose diverse nella mia sfera. Mai dire mai».l

S.F.

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