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Ciclostazione a Livorno, finalmente si parte: ecco come funzionerà, le offerte e i dettagli

di Flavio Lombardi

	La ciclostazione
La ciclostazione

Tra intoppi e ritardi, la struttura apre le porte il primo agosto, potrà ospitare fino a 240 biciclette

17 luglio 2024
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LIVORNO. Ultimi giorni di chiusura per la ciclostazione. Il conto alla rovescia è iniziato e finalmente potremo vederla in funzione a partire dal primo di agosto, tagliando così le catene con cui alcuni dallo “spiccato senso civico” legano ai bei pali in ghisa dei primi del’900 le proprie bici, pur avendo delle rastrelliere libere a pochi metri di distanza.

Un percorso accidentato

Con l’entrata in funzione della ciclostazione termina così un percorso accidentato che sembrava non vedere una fine, nato da un progetto da 450 mila euro realizzato in era Movimento 5 Stelle, partito durante il primo mandato del sindaco Luca Salvetti e che avrebbe dovuto chiudersi a gennaio 2022 per un importo finale di poco inferiore ai 383 mila euro e una capienza totale di 240 bici. È servito invece parecchio più tempo rispetto al cronoprogramma prima di poter contare sulla ciclostazione che sarà illuminata e con un sistema di controllo elettronico agli accessi 24 ore su 24, sette giorni su sette.

E per aumentare il livello di sicurezza, non mancherà il video-allarme collegato a un istituto di vigilanza. Lo stallaggio delle bici prevede moduli con le biciclette posizionate su due livelli, mentre l’ingresso e l’uscita dall’area sarà permesso tramite dei tornelli, tipo quelli degli stadi. Uno più largo per entrare con il mezzo, l’altro pensato per il solo pedone.

Inaugurata ma non aperta

La ciclostazione fu inaugurata in attesa di un uso sempre slittato per il sopraggiungere di problemi. I primi, da parte di chi doveva fornire il software per consentire l’accesso e l’acquisto dei servizi in maniera automatica attraverso una App e che dopo tanti rinvii ha declinato l’incarico costringendo il vincitore dell’appalto a trovare un altro soggetto: si partirà per questo con operazioni basiche, avendo il sistema completo soltanto a fine estate.

Ma l’importante, per partire, era garantire intanto l’accesso e l’uscita meccanizzati. In precedenza, gli scogli erano stati di natura burocratica e legati all’istruttoria per l’affidamento. Lo ha ammesso il responsabile dell’ufficio Mobilità urbana, Francesco Repetti. Una procedura che per la prima volta vedeva il Comune utilizzare questo strumento per consegnare, dopo un bando, una simile struttura a enti del terzo settore (Brikke Brakke, cooperativa il Mandorlo e Itinera) . Un servizio non solo per i livornesi, ma dedicato anche a chi arriva da fuori utilizzando la ferrovia.

Da sinistra Lucilla Pecorara, Federico Brecone, Laura Giuliano, Francesco Repetto e Giovanna Cepparello

Federico Brecone, rappresenta la cooperativa Brikke Brakke, la ex Blu cammello ed è capofila di questa associazione temporanea di imprese tra cooperative: due sociali (Brikke Brakke e il Mandorlo che a Livorno gestisce anche il canile “La cuccia nel bosco”) e una di lavoro (Itinera) . «Ci occuperemo della gestione, ciascuno curando particolarmente alcuni aspetti – dice Brecone –: noi più quelli del personale presente in struttura. Siamo una coop di inserimento lavorativo, con particolare cura delle persone fragili». Tutti insieme guarderanno al valore aggiunto della ciclostazione che permetterà lo sviluppo di una serie di pacchetti legati al turismo. Il tavolo è durato un anno e ha visto queste tre cooperative vicine ad altri soggetti che comunque collaboreranno e saranno parte attiva in tanti eventi: Wwf, Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) e associazione bici Livorno.

Obiettivo turismo

Da qui, insomma, si parte per andare in città. Un concetto che sposa in pieno Laura Giuliano di Itinera. Una realtà che svilupperà una filiera ad hoc per il turismo, intercettando chi volesse girare in bici per il centro e non solo, raggiungendo luoghi di cultura e di bellezza.

E c’è anche l’aggiunta di un’ambizione forse non lontana, guardando alla progettualità complessa che può arrivare da fondi regionali ma anche europei. Dando gambe a Italia-Francia Marittima dove Itinera è già coinvolta e dove si aiutano tutte le regioni del Mediterraneo che puntano sulla mobilità sostenibile e l’Inter modalità.

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