Il Tirreno

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L’intervista

Cioni (Interporto Toscano): «Intermodalità ed espansione, ecco le nuove prospettive di crescita»

di Iacopo Simoncini

	Raffaello Cioni
Raffaello Cioni

L’amministratore delegato traccia un bilancio del primo semestre 2024

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LIVORNO. Dai nuovi uffici (nei quali l’azienda si è trasferita lo scorso 28 giugno), l’amministratore delegato di Interporto Toscano Amerigo Vespucci s.p.a., Raffaello Cioni traccia un bilancio di questi primi sei mesi del 2024, oltre che delle prospettive nell’immediato e nel futuro di una realtà che sta crescendo a vista d’occhio.

Cioni, può tracciare un bilancio di questi primi sei mesi del 2024?

«Per quanto riguarda le attività di movimentazione merci, abbiamo una visione che è legata alle performance delle aziende che sono insediate all’interno dell’interporto, che a loro volta hanno uno stretto legame, essendo a soli 6 chilometri e mezzo dallo scalo marittimo, con le attività portuali. I primi sei mesi, per i traffici principali di Interporto, sono stati caratterizzati da un inizio, mi riferisco a gennaio e febbraio, con andamenti rallentati rispetto al 2023, ai quali è seguita una ripresa tendenziale, soprattutto negli ultimi due mesi. Uno dei traffici principali che passa da interporto è quello della frutta, che viene sbarcata e immagazzinata nelle nostre strutture e dove negli ultimi due mesi abbiamo registrato dei volumi ancora più alti rispetto al 2023. Un altro importante traffico è quello delle bevande, in particolare del vino, che viene esportato per gli Stati Uniti ed anche in questo caso abbiamo avuto un leggero calo iniziale per poi tornare ai traffici dello scorso anno. L’altro business importante è rappresentato dall’automotive, dove si è registrato un leggero calo, nell’ordine del 5%. I piazzali sono pieni, ma non si tratta di una testimonianza di crescita, quanto di un rallentamento delle vendite che adesso però è in ripresa e si spera in un riassestamento in linea con il 2023. Gli altri business legati alla logistica hanno avuto andamenti in linea con il 2023. Da segnalare il recente avvio del collegamento ferroviario tra Interporto Guasticce ed Interporto Padova curata da Transitalia con la collaborazione di Logtainer, Mercitalia e Terminali Italia».

Il blocco del canale di Suez ha generato una diminuzione delle vostre attività?

«Le aziende insediate all’interno dell’Interporto hanno risentito in modo parziale di questa situazione in quanto hanno principalmente traffici containerizzati con gli Stati Uniti, il Sudamerica ed il Mediterraneo, che quindi non passano dal Canale di Suez. I traffici di auto hanno continuato, in alcuni casi, ad utilizzare il canale visto che i paesi produttori non sono direttamente coinvolti nella questione mediorientale e quindi anch’essi non hanno avuto impatti negativi sostanziali. Gli altri traffici invece hanno registrato dei ritardi nei primi due mesi dell’anno, fino ad un riadeguamento del numero di navi utilizzate nei vari servizi deviati sulla rotta attraverso il Capo di Buona Speranza, che hanno permesso di ripristinare la frequenza settimanale dei servizi Far East Mediterraneo. L’effetto più considerevole è stato rappresentato dal rialzo dei noli che hanno avuto un aumento sostanziale fino ai settemila/ottomila dollari rispetto ai prezzi precrisi mediorientale».

Quali sono i settori su cui puntate maggiormente e che avrebbero bisogno di un supporto delle istituzioni?

«Sicuramente le scommesse per l’Interporto ed in generale per il territorio sono due. La prima riguarda la crescita dell’intermodalità, soprattutto in previsione della risagomatura delle gallerie sulla Firenze-Prato-Bologna prevista essere completata entro il 2026. Questo comporta che le sagome p400 dei camion possono essere caricate direttamente su carri ferroviari e con la possibilità quindi di esplorare un mercato di grande potenziale per il traffico intermodale, ovvero quello del traffico Ro-Ro delle Autostrade del Mare che oggi va tutto su gomma, impattando sul traffico della Firenze-Pisa-Livorno e delle strade che consentono connessioni di porto e interporto alla rete autostradale nazionale. Una crescita intermodale è possibile e auspicabile grazie anche al supporto di Governo, Regione e autorità competenti, attraverso la realizzazione delle opere infrastrutturali, ed in particolare del collegamento ferroviario con la linea Collesalvetti-Vada, e l’auspicabile introduzione di misure di sostegno al traffico intermodale, quali il ferro bonus. L’ altra questione riguarda la possibilità di espandere e potenziare l’interporto. Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo saturato le aree che erano disponibili per renderle disponibili agli insediamenti di nuove aziende. Nonostante ciò, In un mondo che sta cambiando con un ritorno alla logistica dei magazzini, sia per le tematiche legate alla sostenibilità, sia a causa delle crisi internazionali e delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, sia per il boom del commercio on-line, riceviamo regolarmente richieste di operatori che vogliono investire, ma in questo momento purtroppo non abbiamo sostanzialmente aree a disposizione adeguate alle necessità. La scommessa sarebbe quella di immaginare una seconda fase di sviluppo di interporto con un’espansione ad est, verso l’area di Vicarello, con la Firenze-Pisa-Livorno da un lato, l’autostrada ed il futuro raccordo ferroviario dall’altro e soprattutto un’area scarsamente urbanizzata e ideale per fare logistica. Abbiamo proposto delle ipotesi di sviluppo alle istituzioni, per stimolare la discussione sulle opportunità che la logistica offre al territorio».

Quindi ci sono ulteriori margini di crescita?

«Interporto sta portando avanti tutta una serie di iniziative e investimenti anche “cambiando pelle”.  Inizialmente la nostra missione è stata quella di sviluppare le aree per attrarre investimenti, ma adesso che queste sono quasi sature, ci stiamo trasformando in un’azienda di servizi. Abbiamo già inaugurato il Motel Vespucci, entro gennaio inaugureremo il Truck Village, una struttura di parcheggio sicuro certificato a livello europeo dedicato all’autotrasporto ed entro la fine dell’anno sarà pronto un impianto di cogenerazione che sfrutta il magazzino del freddo e che ci permetterà di dare energia all’interno e all’esterno dell’interporto. Abbiamo poi tutta un’altra serie di attività, come quelle offerte da Itav Service, azienda da noi controllata, che fornisce servizi di manutenzione, progettazione e realizzazione di impianti elettrici e lavori edili. Un’ulteriore novità per il prossimo futuro e quella della realizzazione di un nuovo magazzino del freddo, gemello di quello inaugurato lo scorso anno da Interporto Vespucci, che l’Autorità di Sistema Portuale realizzerà con la nostra collaborazione all’intero di Interporto, utilizzando finanziamenti del Pnrr, il cui completamento è quindi previsto entro il 2026. Questa infrastruttura andrà a completare l’area Cold Village dedicata alla movimentazione e stoccaggio di merce a temperatura controllata e congelata».

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