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Livorno, le proposte "verdi" per Darsena Europa: 32 pale eoliche per alimentare tutto il porto

di Martina Trivigno
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La proposta di Legambiente per l’elettrificazione delle banchine

03 luglio 2024
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LIVORNO. Trentadue turbine eoliche capaci di generare una potenza di oltre 200 megawatt a servizio della Darsena Europa. E poi idrogeno “green”, prodotto con energie rinnovabili, e pannelli fotovoltaici sui capannoni industriali. Le proposte arrivano da Legambiente Toscana durante la seconda tappa di Goletta Verde a Livorno e l’obiettivo è chiaro: lo sviluppo (necessario) del porto e al tempo stesso la sostenibilità ambientale.

Obiettivo decarbonizzare

Da tempo l’associazione punta i riflettori sulla necessità di intraprendere percorsi di sviluppo sul lavoro a zero emissioni dei porti che guardi al cold ironing, l’alimentazione elettrica da terra delle navi ormeggiate mentre i suoi motori principali e ausiliari sono spenti, e che preveda un approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili dalle banchine. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono stati stanziati 700 milioni di euro, di cui 77 milioni destinati a Livorno, per la costruzione di impianti di cold ironing che – sottolinea l’associazione ambientalista – sarebbero anche un primo passo verso la decarbonizzazione del settore. «Darsena Europa è l’esempio plastico di un progetto pensato in grande, per indurre e generare nuovi e crescenti flussi trasportistici e commerciali – commenta il presidente Fausto Ferruzza – . L’esperienza, però, ci insegna che non sempre questa postura predittiva si rivela esatta».

Il grande progetto

Il progetto ha visto il via libera dalla Commissione sulla valutazione di impatto ambientale lo scorso dicembre in merito al primo lotto da 450 milioni di euro: tre chilometri di banchine, due grandi terminal e fondali ampliati che scenderanno a 17 metri di profondità per accogliere le portacontainer e le navi extralarge: l’opera sarà realizzata in 56 mesi, con l’allargamento del canale di ingresso e i dragaggi che renderà possibili le manovre per entrare nel porto aumentando il traffico marittimo. «Il nostro territorio ha già dato molto in termini di inquinamento a partire dal traffico delle navi a quello delle auto, passando per l’inceneritore alle discariche varie – sottolinea il sindaco Luca Salvetti – . Per questo è fondamentale una valutazione attenta con l’opportunità di inserire accorgimenti necessari per garantire il rispetto dell’ambiente». L’assessore regionale ai Trasporti, Stefano Baccelli, sottolinea la strategicità dell’opera che consentirà di far arrivare le navi a Livorno e poi, senza alcuna rottura di carico, trasportare i contenitori nel nord Europa. «In questo modo la nostra regione entrerà nel corridoio scandinavo – sottolinea – Come Regione Toscana, siamo disponibili all’istituzione di un tavolo permanente che coinvolga anche associazioni e referenti locali».

L’esempio di Rotterdam

Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno Settentrionale, spiega che un punto cruciale sul fronte della transizione energetica si raggiungerà già con l’elettrificazione delle banchine, su cui l’ente continua a investire. «Il Molo 75, ad esempio, non era incluso e abbiamo esteso l’elettrificazione – sottolinea – Proprio per il cold ironing abbiamo chiesto 15 milioni in più: il problema sono le risorse. E anche il fotovoltaico non è una novità per i nostri porti. Siamo riusciti a ottenere fondi per il valore di 30 milioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici sopra la stazione marittima di Piombino e, sempre lì, installeremo i pali fotovoltaici sulla diga foranea. Abbiamo poi un progetto a Collesalvetti». Per Carlo Giangregorio del circolo Legambiente di Livorno dobbiamo seguire l’esempio dei più grandi porti europei: Rotterdam, Anversa e Amburgo. «Una nave attraccata in una banchina per dieci ore produce la stessa quantità di anidride carbonica di 25 auto di media cilindrata in un anno – sottolinea Giangregorio – Le città portuali come Livorno possono affrontare il cambiamento climatico soltanto con la riconversione energetica basata sulle fonti rinnovabili e in prospettiva l’idrogeno».

Durante l’incontro ha fatto sentire la sua voce anche l’associazione “Livorno porto pulito”. «La popolazione livornese è esposta di continuo alle emissioni di gas e polveri nocive provenienti dal porto – conclude – Le navi inquinano non solo in transito, ma anche tenendo i motori accesi durante le tante ore di sosta in porto: chiediamo l’immediata collocazione di una centralina fissa Arpat nel porto e un nuovo accordo per usare combustibile meno tossico entro dieci miglia dal centro abitato. l


 

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