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Livorno, capitelli e colonne della chiesa degli Armeni “dimenticati” in villa Fabbricotti: ecco il motivo 

Livorno, capitelli e colonne della chiesa degli Armeni “dimenticati” in villa Fabbricotti: ecco il motivo&nbsp;<br type="_moz" />

Da mezzo secolo accatastati nel prato all’ingresso laterale. L'assessore alla Cultura Simone Lenzi:«Tanti sono già stati restituiti alla comunità Quelli rimasti sono in quell’area dal 1971»

21 febbraio 2024
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Livorno Ma a quale monumento o edificio storico apparterranno le “vestigia” marmoree accatastate da anni nel parco di villa Fabbricotti a fianco dell’ingresso laterale di via Pilo Albertelli?

La domanda

Se lo chiedono da circa cinquant’anni (ovvero dal tempo nel quale lì furono collocate) i frequentatori del parco ogni volta che passano dal sentiero sterrato alle spalle della pista dove si baloccano i bambini tra biciclette, pattini e sfere rimbalzanti.

L’impressione, percorrendo quel tratto di parco, è quella di fare lo slalom tra i resti di qualcosa di prezioso: capitelli spezzati, colonne e resti di arredi di un certo valore storico.

La risposta

Ottenere una risposta a questo giallo in mezzo al verde della Villa non è stato difficile: «Sono i resti marmorei dell’interno della Chiesa di San Gregorio Illuminatore ovvero della chiesa cattolica della Nazione Armena a Livorno – spiega Simone Lenzi, assessore comunale alla Cultura – realizzata dall’architetto Giovan Battista Fognini all’inizio del Settecento in via della Madonna (accanto al tempio dei Greci Uniti e alla chiesa della Madonna stessa) e poi distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Alcuni fra i pezzi della villa Fabbricotti sono stati poi recuperati e ricollocati anni fa nel portico della stessa chiesa. Nel 1956 -scrive ancora Lenzi in una nota – la Comunità Armena chiese al Comune di individuare una zona definitiva ove collocare i resti, zona che fu individuata in un’area in via dei Bagnetti (nel quartiere Venezia) per essere trasferiti nel 1971 appunto in villa Fabbricotti. Negli anni seguenti – procede la nota – più volte i marmi collocati in villa Fabbricotti sono stati oggetto di attenzione e gli aspetti patrimoniali sono stati definitivamente chiariti nel gennaio 2005 quando il cattolico Patriarcato di Cilicia degli Armeni se ne è dichiarato proprietario. Nel 2008 una parte di quei marmi, individuati in merito al valore artistico dai rappresentanti della chiesa stessa Giangiacomo Panessa e Giancarlo Cauteruccio, sono stati appunto riportati nel luogo di culto in via della Madonna. In qualsiasi momento – termina la nota dell’assessore – i rappresentanti del patriarcato di Cilicia degli Armeni potranno chiedere la restituzione dei marmi rimasti».

La comunità armena

I rappresentanti della Chiesa degli Armeni preferiscono non commentare la disponibilità per la riacquisizione dei marmi ma dal loro interno un portavoce informale qualcosa ci dice: «In realtà la Comunità avrebbe apprezzato che il Comune avesse avanzato una proposta alternativa a quello che assomiglia a un abbandono dentro villa Fabbricotti. Ad esempio – dice la fonte – avrebbero potuto pensare ad una collocazione al Museo della Città. Non ci sembrava una cosa impossibile a realizzarsi».

Magari ricostruendo parte della chiesa distrutta dai bombardamenti e poi abbandonata in villa Fabbricotti . l

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