Truffe alle assicurazioni, l’incidente flop con la Maserati: il gps "nega" il rimborso
Livorno: nel sinistro, considerando falso, coinvolto il medico legale Francesco Papini. La compagnia non lo ha mai pagato
LIVORNO. Non avrebbe fatto i conti col gps della sua Maserati Quattroporte. Per questo, l’assicurazione, gli negò il risarcimento. Fra gli incidenti emersi dal processo sulle presunte truffe avvenute a Livorno e in mezza Toscana – che ha portato al rinvio di giudizio di 48 persone, al patteggiamento di 17 e alla condanna in rito abbreviato di altre cinque – c’è anche un episodio del maggio del 2019 non andato a buon fine. Il protagonista, che ha denunciato di essere rimasto coinvolto nel sinistro secondo gli inquirenti mai verificatosi, è il medico Francesco Papini, 65 anni, imputato per associazione per delinquere finalizzata all’istigazione alla corruzione e alla corruzione di pubblici ufficiali e ritenuto, dalla procura, l’organizzatore del presunto sistema illegale.
L’analisi
Secondo l’accusa, per seguire la pratica, il dottore si sarebbe rivolto a una delle avvocate che, sempre a giudizio degli investigatori, avrebbe fatto parte insieme ad altre persone dell’associazione per delinquere: la quarantaquattrenne livornese Serena Cantini. Dal tracciato del gps della Maserati sarebbe emerso che 45 minuti dopo il paventato incidente (alle 21,15 dell’8 maggio 2019) la fuoriserie si muove dalla carrozzeria Nuova Tecnauto (dove si trovava per delle riparazioni) al luogo del sinistro, a 300 metri di distanza, restando ferma in quel punto per cinque minuti e ritornando indietro in officina dopo altri cinque giri di orologio. Secondo i carabinieri, dopo l’analisi delle intercettazioni e in ragione del fatto che a quell’ora l’attività era chiusa, al volante non ci sarebbe stato Papini, ma l’allora dipendente Fabrizio Nieri (61 anni, che nell’ambito del processo ha patteggiato sette mesi) e la controparte sarebbe stata l’ex ristoratore cinquantatreenne livornese Hans Marino, ora rinviato a giudizio.
L’intercettazione
Il risarcimento alla fine non viene ottenuto. Non solo per il gps. Secondo Papini anche per un altro aspetto che rivela a Nieri: «Se invece di dà dieci botte in un anno era uno normale, forse l’avevano pagato», dice riferendosi a Marino, che dalle banche dati risulta – si legge negli atti – caratterizzato da una sinistrosità elevata (20 incidenti totali con colpa) di cui sette solo nel 2019. l