In carcere un livornese di 45 anni accusato di aver picchiato l'ex compagna
L’uomo, imputato per maltrattamenti, avrebbe perfino tentato di soffocarla. Parla la vittima: «Violenze anche psicologiche, non mi faceva uscire di casa»
LIVORNO. L’avrebbe presa a pugni, cercando di soffocarla e in un caso anche colpendola con il casco della moto fra il collo e le spalle. Minacciandola e denigrandola più volte nel corso della drammatica convivenza. Un livornese di 45 anni – Il Tirreno non ne scrive il nome e il cognome per non rendere identificabile la donna vittima delle presunte violenze – è imputato per maltrattamenti in famiglia e nelle scorse settimane, siccome si sarebbe presentato sotto casa dell’ex compagna per incontrarla, è stato trasferito dai carabinieri nel carcere delle Sughere in regime di custodia cautelare.
Le accuse
La coppia ha iniziato a convivere quattro anni fa, ma le violenze – secondo la vittima – sarebbero cominciate già un anno dopo l’inizio della relazione. Stando all’ipotesi accusatoria, infatti, il quarantacinquenne avrebbe «ingiuriato e denigrato l’ex compagna in più occasioni con epiteti del tipo “putt***” e impedendole di uscire di casa senza di lui, come anche di frequentare amici e parenti, pure la madre». Inoltre, sempre secondo la tesi della procura, avrebbe «minacciato di uccidere la donna, picchiandola in almeno tre occasioni». In un’occasione il quarantacinquenne avrebbe pure insultato la suocera, chiamandola “tr**a”.
Le aggressioni
L’aggressione più violenta, secondo quanto raccontato dalla donna, sarebbe avvenuta a Calafuria nell’estate di due anni fa, quando l’allora compagno l’ha raggiunta picchiandola con un casco e colpendola fra il collo e le spalle. Nella stessa occasione avrebbe tentato di colpirla altre due volte. Nel dicembre dell’anno scorso, invece, alle 7 di mattina le avrebbe dato uno schiaffo, tirandole i capelli, numerosi pugni e oggetti. Infine avrebbe cercato di soffocarlo e solo grazie all’intervento del fratello dell’uomo, nell’ultimo periodo il loro coinquilino, la donna sarebbe riuscita a salvarsi. Nel gennaio successivo, invece, alla presenza della madre l’avrebbe presa a pugni instaurando nella famiglia un clima di terrore.
Parla la vittima
«Dopo un anno dall’inizio della relazione – le parole della donna agli inquirenti – non potevo uscire, non potevo neanche andare a casa di mia madre. All’inizio subivo soprattutto violenza di tipo psicologico, poi purtroppo è cominciata anche quella verbale». Infine i veri e propri pestaggi. Inizialmente il dibattimento si era aperto davanti alla giudice Rosa Raffaelli, ma l’imputato – difeso dall’avvocata Barbara Luceri – dovrà essere giudicato dal collegio, visti i gravi reati ipotizzati, e il processo si è aperto nelle scorse settimane. l