Il Tirreno

Livorno

Alluvione a Livorno
L'anniversario

Livorno, sei anni dopo l'alluvione: raccontate ai vostri figli di quella notte

di Federico Lazzotti
Livorno dopo l'alluvione del 2017
Livorno dopo l'alluvione del 2017

Il commento. Quelle ore maledette del 2017 che hanno cambiato per sempre la città

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Il rumore della pioggia che picchia così forte da entrarti nella testa e nelle ossa. L’acqua che si mangia la terra, il mare di un altro colore, più scuro del cielo, il fango appiccicato sulle nostre facce, fino a coprire anche le anime. E poi il dolore, tanto, troppo e tutto insieme da sopportare, anche per una città intera: il pupazzo di Filippo – aveva appena compiuto quattro anni – accanto alla bara bianca fuori dal Duomo, dentro al silenzio. Il sorriso di Martina, giovane sposa dai sogni interrotti, l’amore infinito di Simone e Glenda. E poi il sacrificio di nonno Roberto, le storie di Raimondo, Roberto e Gianfranco, travolti anche loro dall’onda per proteggere e proteggersi.

Sono passati sei anni, ma è ancora oggi. E dovrebbe esserlo ogni giorno. E invece non è così. Perché è nella natura dell’uomo provare a nascondere sofferenze e paure lontano dagli occhi, per sistemarle in fondo alla memoria, e andare avanti, per guardare altro e altrove. Ma così il rischio è di perdere pezzi di memoria condivisa, il racconto collettivo di una comunità che ha il dovere di camminare insieme verso il futuro. Senza esporre le nuove generazioni ai medesimi rischi, agli stessi errori. E nella peggiore delle ipotesi a nuove lacrime. Ecco perché oltre a vigilare e a pretendere dalle istituzioni la messa in sicurezza del territorio, come è stato promesso nei giorni successivi al disastro, la cura quotidiana della natura affinché non ci faccia pagare cara la nostra superficialità, è necessario raccontare a chi non c’era – i nostri figli e quelli che verranno – ciò che è successo quella notte.

Portate gli studenti delle scuole sul viale Nazario Sauro. A tutti loro fate vedere il murale che racconta lo strazio e la rinascita: le auto accartocciate, il terrore negli occhi di chi prova a spalare via la poltiglia lungo le strade, dentro a case e garage. Ma raccontate loro anche dei bimbi motosi, del loro impegno. E poi portateli alla fiaccolata di stasera. Per ricordare e non dimenticare. Insieme si può.


 

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