Livorno, il “papa” salesiano in Fortezza per la festa di Don Bosco: «Ecco la strada per la felicità»
Fernandez Artime è il Rettor Maggiore: ospite della congregazione in occasione dei centoventicinque anni di presenza sul territorio labronico
LIVORNO. Tanto entusiasmo, e soprattutto tanta felicità, a partire dal titolo dell’evento, che si è tenuto ieri in Fortezza vecchia: Felici nel tempo e nell’eternità. Questo il nome dell’iniziativa organizzata dalla congregazione dei salesiani di Livorno, in occasione dei centoventicinque anni di presenza sul territorio labronico.
Per i festeggiamenti è giunto a Livorno, dopo aver fatto centodiciotto viaggi in tutto il mondo, l’ultimo in Australia circa due settimane fa, lo spagnolo Angel Fernandez Artime, il Rettor Maggiore della Congregazione dei Salesiani, nonché il decimo successore di Don Bosco. Anzi «Don Bosco in persona», come viene specificato dal palco, per sottolineare la rilevanza dell’ospite. In Fortezza Vecchia il Rettor Maggiore è arrivato in barca, e una volta salutate le tante autorità civili e militari presenti già al momento dello sbarco, Artime è stato accolto da una festante folla, oltre che da un’esibizione di danza organizzata dai ragazzi dell’oratorio della parrocchia Sacro Cuore. A fare gli onori di casa è stato il vescovo di Livorno, Monsignor Simone Giusti.
Per il vescovo «in cucina il sale insaporisce tutto. I salesiani a Livorno riescono a rendere appetibile la proposta della Chiesa». E ancora: «Hanno saputo prendere i livornesi per il verso giusto, cosa non sempre facile: lo dimostrano i centoventicinque anni di presenza sul territorio». Della congregazione livornese ha un bel ricordo Barbara Bonciani, assessora alla cooperazione e alla pace del Comune di Livorno.
Oltre a portare i saluti di tutta l’amministrazione ai presenti e a consegnare un regalo al Rettor Maggiore -un libro sui quattrocento anni di Livorno e una piccola bandiera con il simbolo della città-, l’assessora ha affermato di ritrovare qua «quel senso di comunità che già sentivo quando da giovane frequentavo i salesiani. All’interno di questa collettività tutti si sentono a casa».
A precedere l’arrivo sul palco di Artemi è stato l’intervento di Stefano Aspettati, ispettore dei salesiani del centro Italia, «contento di poter accompagnare il successore di Don Bosco a Livorno. Oggi il fondatore dei Salesiani è tornato in questa città». Quando è salito sul palco, il Rettor Maggiore si è detto stupito: «non mi aspettavo di trovare le autorità civili e militari». E ha aggiunto, ironicamente: «mi aspettavo una cosetta nell’oratorio. Qua si fa sul serio». Il successore di Don Bosco si è poi sottoposto a delle domande dai presentatori – un ragazzo dell’oratorio, un boy-scout e una maestra delle scuole Maria Ausiliatrice. Al centro delle domande dei ragazzi c’è stato il tema della felicità.
Per Artemi «la felicità è un cammino che ciascuno di noi deve scoprire. Non esiste un modello predefinito di felicità; dipende dall’educazione di Dio e dalla fede. Siamo felici quando si ama». Anche il tema dei giovani, protagonisti della giornata di ieri, è stato affrontato dal Rettor Maggiore, che ha consigliato ai genitori presenti di sincerarsi che i loro figli stiano bene, di chieder sempre loro come si sentono. La chiusura dei suoi interventi, l’ecclesiastico spagnolo, la dedica proprio ai giovani ragazzi: «il dramma più grande che abbiamo, in Italia come in Spagna, è che formiamo eccellentemente i nostri ragazzi ma non creiamo lavoro per loro. Non possiamo più lasciarli andare, dobbiamo far sì che trovino il loro cammino». l