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Livorno, dall’Iti a piazza Affari: Erredue, la favola dell’azienda a tutto gas

di Melania Carnevali
Livorno, dall’Iti a piazza Affari: Erredue, la favola dell’azienda a tutto gas

Fondata da tre compagni di scuola, oggi via alle negoziazioni. E ora pensano a ingrandirsi e a nuove assunzioni

06 dicembre 2022
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LIVORNO. Dall’istituto tecnico a piazza Affari. È la storia di tre ex compagni di classe, diventati poi soci di una società che oggi sbarcherà in borsa. L’azienda è la Erredue e produce macchinari per creare idrogeno pulito e altri gas tecnici. Un mercato di nicchia con un giro di affari a livello mondiale di 400 milioni di euro nel 2021 e la prospettiva di raggiungere oltre 600 milioni nel 2027.

La società livornese, lo scorso anno ha fatturato 11,1 milioni di euro, in crescita del 56,1% rispetto all’anno precedente. E adesso confida di crescere ulteriormente grazie anche ai fondi del Pnrr. La scorsa settimana è stata ammessa alle negoziazioni delle azioni ordinarie sul mercato Euronext Growth Milan, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana spa. Il prezzo di offerta è di 12 euro per azione e le negoziazioni inizieranno oggi.

Il periodo di lock-up (durante il quale un investitore non può vendere le quote di un investimento effettuato) sarà di 24 mesi dalla data di avvio delle negoziazioni, sia per la società sia per gli attuali azionisti.

«È un importante traguardo strategico per la nostra azienda - commenta Enrico D’Angelo, fondatore e ad di ErreDue -, un momento che resterà indelebile nella nostra mente e che rappresenta il consolidamento di un’esperienza di oltre 20 anni nel settore. Un risultato che abbiamo raggiunto insieme, con un gioco di squadra, grazie al supporto di tutti i nostri collaboratori e partner».


La storia di Erredue inizia nel 1976 quando i tre compagni di classe, D’Angelo, oggi 73enne, Roberto Saletta e Mauro Marrucci fondano la prima realtà imprenditoriale che si specializza in macchinari in grado di produrre idrogeno. Negli anni Novanta vendono la maggioranza della società a un’altra azienda, ma la convivenza non funziona. Così nel Duemila si staccano e fondano l’attuale Erredue che oggi ha sede in via Guido Gozzano. Oltre ai macchinari per l’idrogeno iniziano a produrre anche generatori di azoto e ossigeno. L’azienda cresce di anno in anno arrivando agli 11 milioni di fatturato del 2021. L’80% del mercato è estero.

Tra i progetti della società adesso c’è quello di trasferire tutti gli impianti in un’area di 25mila metri quadrati, sempre a Livorno, vicino allo stabilimento attuale, per aumentare la capacità produttiva. Qui saranno prodotti nuovi elettrolizzatori più potenti. L’obiettivo è di realizzarne venti all’anno entro il 2027. Per farlo servirà personale in più: quindi sono previste assunzioni.

Erredue ha anche una caratterista: ha sempre puntato sulla partecipazione dei dipendenti all’azionariato. È una sorta di public company, una società per azioni la cui proprietà è raggruppata fra molti piccoli azionisti, mentre le funzioni di controllo e d'indirizzo sono del management. Oggi, dei 74 dipendenti, 22 sono soci. Nessuno ha il controllo e tra chi detiene la maggioranza delle azioni, che sono Saletta, i figli di Marrucci e quello di D’Angelo, la quota massima è del 12 per cento.

«Posso affermare con orgoglio - continua l’ad - che con la quotazione su Euronext Growth Milan è iniziato un nuovo corso, che consentirà, tra l’altro, di aumentare la nostra visibilità agli occhi delle istituzioni e dei grandi gruppi, nonché aumentare la nostra capacità di gestione del business. I nostri obiettivi per il futuro sono di essere tra le aziende protagoniste della transizione ecologica ed energetica, investendo in particolare nel settore della ricerca e dello sviluppo per continuare a proporre soluzioni sempre innovative».

 

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