«Non fu appropriazione indebita»: assolto il venditore di auto Dario D'Erasmo
Rosignano: l'imprenditore era accusato di aver trattenuto una caparra di duemila euro. L’avvocato: «È una persona onesta e i magistrati lo hanno stabilito. I soldi li ha spesi per il cliente andando in Germania»
ROSIGNANO. Assolto nonostante non abbia restituito duemila euro di caparra a un cliente. L’imprenditore delle auto americane Dario D’Erasmo, 42 anni, esce pulito dal processo per appropriazione indebita che da oltre un anno lo vedeva imputato. Il venditore – nell’agosto 2018, all’epoca dei fatti, operava per la “Best car” delle Morelline (a Rosignano) e poi è stato proprietario di un altro autosalone – era accusato di aver trattenuto la somma inviatagli come anticipo per bloccare la macchina, una Jaguar XK8 (in realtà in questo caso inglese) che l’acquirente aveva trovato sul sito Autoscout24.it al prezzo vantaggioso di 20.500 euro. Uno dei figli dell’uomo – che era di Piacenza, in Emilia, e ha poi perso la vita – si è costituito parte civile nel procedimento assistito dall’avvocata Simona Solenghi, ieri sostituita dal collega Alberto Mencarelli. L’erede, fra l’altro, nella querela presentata in procura ha lamentato continue modifiche degli accordi, con il costo dell’auto che alla fine sarebbe salito a 26.500 euro, ben 6.000 in più rispetto a quanto pattuito.
La sentenza
In aula l’avvocato di D’Erasmo, Luciano Lorusso, ha chiesto e ottenuto l’assoluzione, le cui motivazioni verranno depositate entro 60 giorni. Il legale – che ha sostenuto di non aver saputo la data e l’ora dell’udienza, motivo per il quale si è presentato a palazzo di giustizia con un’ora e mezzo di ritardo – ha spinto molto sulla «questione civilistica della controversia contrattuale» e sul fatto che l’imprenditore quei duemila euro li abbia effettivamente spesi per andare, insieme a un suo collaboratore, in Germania dove si trovava la Jaguar per visionarla e girare un video da inviare al futuro e potenziale acquirente.
Le reazioni
L’avvocata Solenghi, prima di commentare, attende le motivazioni della sentenza. Comprensibilmente soddisfatto Lorusso: «D’Erasmo è una persona onesta e sono contento che adesso lo sostengano anche i magistrati – spiega – visto che lui, quei soldi, li ha spesi. In ogni caso, nell’ambito del processo, non ne abbiamo neanche discusso perché è stata riconosciuta come una questione meramente civilistica. Il processo penale non andava neanche celebrato, perché se è normale avere opinioni divergenti sui contratti un tribunale penale non è il luogo idoneo per affrontarli».
Le altre denunce
D’Erasmo, negli anni scorsi, era stato denunciato anche da altre persone. Le indagini, tuttavia, non sono state anche chiuse sulle presunte truffe delle “auto americane”. Il Tirreno, due anni fa, pubblicò le storie di due suoi clienti – il sangiulianese Roberto Agus e il milanese Loris Ceriotti – che lamentarono, appunto, di non aver mai ricevuto le macchine che avevano ordinato e pagato. Lorusso, in attesa di ciò che deciderà il tribunale, si mantiene ottimista «consapevole dell’onestà del suo assistito».