Il Tirreno

Livorno

L'inchiesta

«Un milione di euro di danni». La Corte dei Conti contro il geometra del Comune di Livorno indagato

di Federico Lazzotti
«Un milione di euro di danni». La Corte dei Conti contro il geometra del Comune di Livorno indagato

La Procura contabile ha chiuso le indagini sul presunto danno alll'amministrazione. Il funzionario è accusato di corruzione con altre venti persone

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LVIORNO. Non c’è solo l’aspetto penale a preoccupare Marco Nencioni, l’ex responsabile dell’ufficio patrimonio del Comune di Livorno, indagato con l’accusa di corruzione per un presunto sistema di mazzette in cambio di stime e scomputi che – secondo la Procura – sarebbero stati dolosamente effettuato a favore di «imprenditori amici».

C’è infatti un’altra indagine aperta nei confronti del geometra di sessantuno anni arrestato nel marzo del 2021. A condurla i magistrati della Corte dei Conti ai quali la procura livornese, subito dopo l’ordinanza di custodia cautelare, ha trasmesso gli atti per accertare il danno erariale da parte del dipendente.

Al termine delle verifiche effettuate dalla finanza, la Corte dei Conti ha chiuso le indagini – il termine nelle procedure contabile è diverso ma il senso è lo stesso – contestando a Nencioni un danno erariale nei confronti del Comune di Livorno di oltre un milione di euro.

Un conto salatissimo per il funzionario, ad oggi ancora sospeso dall’amministrazione. Ma più basso rispetto al conteggio fatto dalla Procura nel documento nel quale ha chiesto il rinvio a giudizio per il dipendente pubblico e per altre venti persone, tra imprenditori, commercianti e legali rappresentati di piccole e medie imprese livornesei che avrebbero beneficiato – direttamente o indirettamente – del sistema corruttivo.

Tanto per fare un esempio concreto, solo per l’affare Consabit, la cooperativa che avrebbe dovuto costruire diversi palazzi in piazza del Luogo Pio – secondo la Procura – il danno sarebbe stato di quasi due milioni di euro. Spiega un esperto in diritto contabile: «La Corte dei Conti per valutare il danno ha criteri e parametri diversi rispetto alla magistratura ordinaria che qualche volta combaciano altre no». Ovviamente – come nel caso del procedimento penale – l’indagato può fare delle controdeduzioni da presentare al giudice.

Intanto si è chiuso – conferma Marco Talini, avvocato del funzionario – anche la diatriba tra accusa e difesa che riguardava la valutazione iniziale della corruzione. In altre parole quanti soldi Nencioni avrebbe incassato da imprenditori e clienti in cambio di favori. In un primo momento – confermano fonti investigative – era stato valutato in 50 mila euro, tanto che il giudice per le indagini preliminari aveva disposto un sequestro perequivalente a copertura della cifra incassata illegalmente.

«Ci siamo rivolti – spiega Talini – sia al tribunale del Riesame che alla Cassazione che al termine degli accertamenti ha quasi dimezzato la cifra contestata inizialmente al mio cliente». Adesso il prossimo appuntamento è per metà gennaio quando i ventuno indagati compariranno davanti alla giudice Tiziana Pasquali per l’udienza preliminare. Lo stesso Talini ha già anticipato al Tirreno che la scelta del suo cliente sarà quella di andare a dibattimento per dimostrare che il funzionario – spiega la difesa – «non ha svenduto i beni del Comune». l


 

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