Livorno, la titolare del pub: «Chi ha votato Meloni non è ben accetto nel nostro locale»
La responsabile del locale degli scali Novi Lena: «Noi contro gli omofobi. Si tratta dell’Abc, dei diritti che ogni persona si merita di avere: con questo voto siamo tornati indietro dopo tanti anni di lotte e diritti conquistati»
LIVORNO. Un post Facebook poche ore dopo il termine delle elezioni che è diventato virale in città. Poche righe scritte su una foto che tratteggia un meraviglioso tramonto livornese catturato dagli scali Novi Lena, zona in cui è situato il pub "La bua dell’orate", sul cui profilo social è apparso il post in questione. Il pubblico a cui si rivolge sono tutti coloro che hanno sostenuto i partiti di destra, vincitori dell’ultima tornata elettorale.
«Non sono una persona che vive di politica o che può ritenersi un’esperta dell’argomento – esordisce Romina Matarazzo, proprietaria del locale –. Ma quando ho visto i risultati domenica sera non ci volevo credere. Sapevo che la destra era molto favorita, ma fino all’ultimo speravo in un risultato diverso. Si tratta dell’Abc, dei diritti che ogni persona si merita di avere: con questo voto siamo tornati indietro dopo tanti anni di lotte e diritti conquistati».
Il post in poche ore ha raggiunto tantissime condivisione, “mi piace” e commenti, alcuni positivi, altri di dissenso, ma Matarazzo ci tiene a precisare il suo intento e quello del post pubblicato sui social. «Sono omossessuale e da domenica sera sto male al pensiero di avere al comando del paese un’omofoba. Non voglio che si pensi che noi abbiamo un’idea distorta del concetto di democrazia. Il nostro è un pub aperto a tutti, però non ospita chi invece vota Meloni, per me sono liberi di farlo, ma infatti questa è solo una richiesta di coerenza, di non recarsi in un locale gestito da persone che la loro leader discrimina. La nostra idea è che chiunque entri nel pub deve sentirsi a casa, a proprio agio, e io in questo paese da domenica sera non mi sento a mio agio, perchè a capo del paese ci sarà una persona che discrimina le persone per sesso, orientamento sessuale e colore della pelle. Un’altra cosa che voglio chiarire per evitare fraintendimenti è la definizione “Invertite/Deviate” è un titolo di uno spettacolo teatrale con cui ci definiamo noi e chi ci conosco lo sa, è una battuta, un modo simpatico».
Tra i commenti negativi su Facebook, alcuni utenti hanno catalogato questa presa di posizione come un “nuovo fascismo”, un’accusa che la proprietà del locale ci tiene a cacciar via nel modo più assoluto. «È un aspetto importante che voglio sottolineare ad ogni costo. Anzi certe accuse mi hanno ferita molto. Io non ho proibito niente a nessuno, ho solo chiesto di essere coerenti con le proprie idee. Perchè uno che ha votato Meloni, che discrimina gli omossesuali, dovrebbe esser ben accetto nel nostro locale? Poi di bar in città ce ne sono a centinaia, quindi ci sono alternative a volontà, mentre di leggi a salvaguardia della comunità omosessuale non ce ne sono e persone come me e la mia compagna non ci sentiamo tutelate».
Il locale nei mesi scorsi ha sostenuto e pubblicizzato anche il Toscana Pride che si è svolto in città, una manifestazione che secondo Matarazzo aveva dato un segnale positivo in vista delle elezioni. «In tutta la Toscana, ma in generale, in tutta in Italia c’è stata una grande partecipazione al Pride e pensavo che potesse esserci un risultato diverso ai seggi. Il nostro è un locale libero che non ha etichette per la comunità Lgbtq perchè le etichette non devono esserci. Vorremmo solo un mondo con più empatia e rispetto, il Ddl Zan ci avrebbe dato dei diritti che sono sacrosanti, invece nel 2022 in Italia ci sono persone che devono avere paura a mostrare se stessi per quello che sono. È assurdo».l