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Livorno

in tribunale  

Rimane in psichiatria l’uomo di 83 anni arrestato per l’omicidio alla Scopaia

Cla.Gua.
Rimane in psichiatria l’uomo di 83 anni arrestato per l’omicidio alla Scopaia

Chiellini presente all’udienza, Il giudice convalida l’arresto. Prevista per oggi l’autopsia effettuata dal medico legale  al cimitero dei Lupi

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livorno. Non tornerà subito a casa, Enrico Chiellini, l’83enne accusato dei aver ucciso la moglie Franca Franchini con tre coltellate al petto. Il giudice per le indagini preliminari Mario Profeta, nel convalidare l’arresto, ha disposto che l’indagato rimanga temporaneamente nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Livorno in attesa di avere notizie più certe sul suo stato di salute.

Una volta dimesso, verranno valutate possibili soluzioni abitative per l’applicazione degli arresti domiciliari, misura che è stata chiesta dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Niccolò Volpe. Chiellini, che ieri era in tribunale insieme al figlio per partecipare all’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip, adesso è seguito dai legali Daniele Rossi e Mirenda Viero, che sono subentrati all’avvocata Paola Ciulli. Conclusa la fase della convalida, adesso è attesa l’autopsia, che sarà effettuata oggi dal medico legale Luigi Papi.

La salma di Franchini è stata trasportata al cimitero dei Lupi dal personale delle onoranze funebri della Svs di Livorno già dopo le prime indagini, che sono state effettuate dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile diretti dal tenente Marco Saccà, affiancati dai militari del nucleo investigativo guidati dal maggiore Guido Cioli.

Chiellini, lo ricordiamo, è stato arrestato in flagranza di reato per aver ucciso la moglie con tre fendenti, tutti sferrati con un coltello dalla lama lunga 20 centimetri. È successo sabato notte alla Scopaia, in una casa popolare di via Inghilterra. Dopo le coltellate, la telefonata al figlio. «Mamma è morta, vieni». L’83enne, durante l’interrogatorio, ha confessato subito il delitto. «Non ce la facevo più a vederla soffrire – ha detto agli investigatori –. L’ho uccisa io». Il movente sarebbero state l’avanzare delle patologie e le difficoltà nel far fronte ai continui problemi di salute della donna.

Sequestrata la casa dove è stato commesso il delitto, così come il coltello, Chiellini è stato in un primo momento indirizzato verso la casa del figlio, luogo scelto per applicare il provvedimento degli arresti domiciliari. Successivamente il sostituto procuratore ha autorizzato il trasferimento dell’uomo prima al pronto soccorso e poi nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Livorno.

Ed è proprio lì che, convalidati gli arresti, è tornato. Adesso probabilmente dovranno essere effettuati degli esami per capire lo stato di salute di Chiellini e per stabilire la durata del ricovero.

Nel frattempo le parti prenderanno in considerazione una serie di possibilità per proporre un luogo adatto ai domiciliari. Esclusa la casa alla Scopaia, che adesso è sotto sequestro ma che comunque non sembra essere stata valutata come la soluzione migliore, dovrà essere individuato un altro posto. Una delle opzioni era la casa del figlio, ma pare non si sia rivelata un’idea percorribile. La prossima decisione spetterà comunque al giudice. Per il momento Chiellini, come detto, rimane all’ospedale.

Cla.Gua.

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