Addio a Daniele Restivo, ucciso da una malattia: un cuore grande e tantissimi amici
Livorno: aveva 48 anni e abitava alla Scopaia, un anno e mezzo fa la diagnosi. Il ricordo della sorella, l’artista Valentina
LIVORNO. Una persona fuori dall’ordinario. Per intelligenza, generosità, talento. Una vita strappata prematuramente all’età di 48 anni lasciando un vuoto incolmabile nell’esistenza di tutti quelli che li volevano bene e sono davvero tanti.
Daniele Restivo 48 anni li aveva compiuti lo scorso 17 giugno, ma ieri nel primo pomeriggio se n’è andato per sempre dopo aver lottato contro un brutto male scoperto circa un anno e mezzo fa.
Dopo la terribile scoperta prima c’è stato lo sconcerto, poi la reazione e la ripresa, tanto che sembrava avanzare la luce fuori dal tunnel. Invece, da marzo di quest’anno il male si riaffaccia e poi aggredisce fino a prendere il sopravvento. Il ricovero in ospedale al reparto di Cure Palliative e poi il ritorno a casa, per trascorrere gli ultimi giorni in famiglia, oltre che circondato dall’affetto dei tanti amici che lo conoscevano e gli volevano bene.
Daniele Restivo viveva con i suoi genitori, Giorgio e Ferranda, in un appartamento alla Scopaia. Oltre a loro lascia la sorella Valentina, conosciuta in città e non solo per la sua veste di artista. Ma Daniele lascia anche Bella, la sua canina fedele che aveva salvato cinque anni fa adottandola da un canile sull’Arnaccio. Ecco, la passione per gli animali è uno dei tanti volti che lui dava all’amore, e già dice un sacco di lui. Ma le sue qualità sono molteplici e scandiscono una vita ricca di valori ed esperienze.
«Siamo cresciuti in piazza XX Settembre io e mio fratello – racconta Valentina Restivo – e Daniele sin da giovane ha coltivato la passione per lo skate. Era bravissimo, girava l’Italia per andare negli skate park o partecipare ai contest. Aveva anche la passione per il gioco, dai cavalli al poker, mentre di lavoro faceva il verniciatore nella bottega di nostro padre. La sua intelligenza fuori dal comune lo ha portato a fare tante cose e farsi conoscere da molte persone. In parecchi, ad esempio, ricordano i modi di dire o le parole che inventava, quasi a creare un linguaggio che poi si è diffuso tra le persone. Era una bella persona, generosa e sincera; se c’era qualcosa che non gli tornava non usava giri di parole per farlo presente. A me ha insegnato cosa vuol dire essere umana».
Deve averlo insegnato a tanti, giudicando dai tanti amici di cui si è circondato nella sua vita, ma Daniele amava anche farsi i fatti suoi e selezionare. Non cercava, insomma, la compagnia per forza, eppure condivideva tutto ciò che aveva. In questo momento di dolore, gli amici gli sono rimasti molto vicini e poi hanno deciso di effettuare una donazione per le onoranze funebri. La salma di Daniele è stata trasferita al cimitero dei Lupi, dove si svolgeranno i funerali questo pomeriggio alle 15 e dove si procederà con la cremazione.
«Mi porterò a casa le sue ceneri – dice la sorella -, ma intanto ci teniamo a ringraziare di cuore i dottori e gli infermieri del reparto di Cure palliative dell’ospedale di Livorno. Sono persone davvero eccezionali, che hanno seguito Daniele in questi giorni, sia durante il suo ricovero, che prestando le cure domiciliari dopo che è tornato a casa giovedì scorso. Volevamo che trascorresse a casa i suoi ultimi giorni e che potesse salutare anche i suoi amici, che in ospedale non potevano andare a trovarlo, date le misure legate alla pandemia. La sua è stata una vita tanto bella quanto articolata – conclude Valentina -. Ci vorrebbe un libro per raccontarla».
Sia lei che la famiglia e tutti gli amici se la porteranno dentro, come pagine da sfogliare e dalle quali attingere per guardare avanti e sentirsi migliori. —
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