Operai acrobati appesi alle travi del tetto: via al restauro della chiesa degli Olandesi
Livorno, l'annuncio del presidente del Concistoro dopo l’ok della Soprintendenza: togliere i detriti per poi visitare la struttura
LIVORNO. Per salvare finalmente la chiesa degli Olandesi dal degrado si caleranno dal cielo con funi, carrucole e scalpelli appesi alle travi del tetto. Fra pochi giorni, infatti, molto probabilmente a partire dai primi di marzo, tecnici e operai dell’Acrobatic System, azienda livornese che ha lavorato anche sul Duomo di Firenze, inizieranno la demolizione di quanto rimane del controsoffitto della ottocentesca chiesa che guarda al Mercato centrale. Una notizia molto attesa che è stata annunciata da Ennio Weatherford, presidente del Concistoro della Congregazione Olandese-alemanna.
La Soprintendenza ha infatti dato il via libera all’intervento che si è reso necessario per eliminare il rischio rappresentato dai resti pericolanti del controsoffitto ormai crollato in larga parte e le cui macerie invadono l’aula principale che al momento è inagibile e pericolosa. La demolizione pone perciò i presupposti per poter accedere, speriamo al più presto e senza problemi nel vasto locale dell’edificio sacro e quindi sgomberare l’ingente massa di detriti che negli anni si sono accumulati.
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Appena possibile, in una fase successiva, sarà poi eseguito il montaggio di un nuovo controsoffitto rendendo finalmente agibile e utilizzabile l’interno del complesso monumentale il cui prospetto principale in stile neogotico (recentemente restaurato) si affaccia dal 1864 con i suoi pinnacoli e i suoi rosoni sul Fosso Reale all’altezza degli Scali degli Olandesi dove. Per la verità, dopo oltre un quarto di secolo siamo ancora in attesa che, a cura della Port Authority, sia ripristinato il paramento murario originale della sponda formato da conci di pietra e che, dopo il crollo avvenuto il 12 dicembre del 1991, è stato sostituito nella primavera seguente da un massiccio muraglione in calcestruzzo armato. Le pietre furono, fra l’altro, poco dopo ricuperate dal Fosso e catalogate in vista di una loro successiva ricollocazione, ma ad oggi il progetto esecutivo non si è mai concretizzato.
Spiegano Miguel Loza, titolare della Acrobatic System e Gerardo Giachetti architetto della società. «Non sappiamo ancora la data esatta, ma tra il 10 e il 15 marzo cominceremo il lavoro. L’intervento durerà tra i tre o quattro giorni. La difficoltà è dovuta soprattutto all’estremo pericolo perché il vecchio tetto è pericolante. Quindi sarà necessario calarsi dall’alto sfruttando le travi del tetto per effettuare la messa in sicurezza. Saranno necessarie tre persone per portare a termine il lavoro. Abbiamo già fatto alcuni sopralluoghi e abbiamo visto una situazione che dispiace perché la struttura è molto bella ma dentro è distrutta. È un peccato – vanno avanti – che un tesoro simile sia in queste condizioni».