Giulio escluso dalla gita, parlano le insegnanti della scuola frequentata dal bimbo autistico
Livorno, le professoresse: noi amiamo il nostro lavoro, gettare discredito fa male, questa battaglia doveva essere fatta insieme dalla famiglia con l'istituto in termini più adeguati
LIVORNO. Fa rumore la storia di Giulio, il bambino autistico escluso dalla gita. E anche nella stessa scuola frequentata dallo studente il tam tam mediatico di questi giorni ha messo sotto pressione un po' tutti. Ecco che un gruppo di insegnanti di questo istituto ci ha scritto per raccontare quello che stanno provando e come la pensano
"Sarebbe auspicabile arrestare quanto prima questo attacco mediatico in corso contro la nostra scuola e i numerosi insegnanti che ogni giorno con dedizione e attenzione prestano il proprio servizio.
Perché la verità dei fatti è nei documenti in possesso delle autorità competenti e, visto che la dirigente e tutti i docenti hanno scelto il silenzio stampa per amore di Giulio, ad oggi non è pensabile dare smentite ufficiali. Noi amiamo il nostro lavoro.
La vicenda è finita in un tritacarne in cui la malainformazione è dilagante e genera disinformazione. Vogliamo sperare che il fine ultimo di quanto stia accadendo sia quello di dare risalto alla condizione dell’autismo e della sua gestione nelle scuole.
Ma questa battaglia doveva essere fatta congiuntamente dalle famiglie con la scuola e in termini più adeguati. Chi meglio di coloro che con questi ragazzi sono a contatto tutti i giorni (docenti, personale aAta, operatori...) conosce quanto le scuole siano inadeguate per i loro bisogni e la loro cura? Questo per le strutture, la mancanza di personale addetto alla pulizia del corpo, gli spazi, le risorse finanziarie e, nonostante tutto, fronteggiano ogni giorno le situazioni più complesse rimboccandosi le maniche.
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Comunque, tra mille difficoltà, accogliamo e riceviamo nel nostro istituto un numero elevato di “ragazzi speciali” con amore e dedizione. Un episodio su cui si deve ancora far chiarezza non può rendere vani anni di duro lavoro, di collaborazione e di condivisione che hanno concesso ai tanti Giulio di Livorno di crescere in una scuola inclusiva e alla portata di tutti. Distruggere tutto questo vuol dire negare a tutti i nostri figli la possibilità di poter continuare un cammino scolastico sano e sereno.
Gettare discredito sulla scuola e di conseguenza sulla nostra città, non serve proprio a niente. Non meritiamo, pertanto, quanto sta accadendo intorno a noi! Basta ricordare la nostra tradizione labronica di accoglienza, che si respira ovunque dai vecchi documenti, agli edifici, all’arte, ai racconti veraci di chi con gli “angeli senza voce” ha sempre lavorato.
E' inutile negare l'amarezza che pervade tutte le “persone” coinvolte e in balia dell' indifferenza, ma il clamore mediatico che è stato cavalcato da molti (politici compresi), non può e non deve screditare il nostro operato".