Il Tirreno

Livorno

Così rinasce il porto di Livorno, ecco le sei cose da sapere

Giulio Corsi
Veduta dall'alto del porto passeggeri (e del Porto Mediceo)
Veduta dall'alto del porto passeggeri (e del Porto Mediceo)

Livorno, con l'ultimo ok della Regione diventa legge il nuovo piano regolatore del porto: quello precedente risaliva a 62 anni fa. Parte la riorganizzazione delle banchine: stop al caos delle merci, ogni settore sarà dislocato in una zona precisa

5 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Nel porto arlecchino, quello capace di movimentare fianco a fianco 570mila teu e 330mila rotabili, 380mila auto nuove e 600mila crocieristi, e che più di tutti in Italia vanta una varietà di traffici davvero multipurpose al punto da rendere la definizione “porto dei porti” un vero e proprio ritratto, il primo passo verso la modernizzazione delle banchine sarà una riorganizzazione dello scalo che porterà alla sua completa specializzazione per settori e alla realizzazione di una serie di zone che finiranno per diventare tanti miniporti, ognuno con la sua peculiarità di traffico.

[[atex:gelocal:il-tirreno:livorno:cronaca:1.11116381:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.iltirreno.it/image/contentid/policy:1.11116381:1652037205/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

IL COMMENTO: La scelta del container nell'interesse della città

E’ forse questo l’atto più tangibile delle centinaia di pagine di relazioni e tavole che compongono il piano regolatore che ieri mattina alle ore 11.14 è diventato legge grazie all’approvazione unanime del consiglio regionale in una giornata che resterà nella storia della città, e non solo perché l’atto va a sostituire il precedente datato 1953 e ritoccato in questi decenni a colpi di varianti che cercavano con difficoltà di tenere il nostro porto al passo coi tempi cioè con l’evoluzione del naviglio e con la metamorfosi delle merci, ma anche perché potrebbe rappresentare l’asse di sviluppo dell’economia livornese da qui al 2040 almeno, non a caso ritenuto elemento fondamentale dal variegato e spesso conflittuale mondo del porto mai così unito per soffiare nelle vele dell’approvazione.

D’altra parte su un elemento non ci sono mai stati dubbi: l’estremo (al punto da divenire deleterio) frazionamento delle destinazioni d’uso, zone occupate a macchia di leopardo che lungo le banchine e nelle aree interne si penetravano e si penetrano l’una nell’altra, specchio non di una occupazione casuale ma di una vera e propria sfida di risiko tra terminalisti, effetto - come dice il Prp - “di una tendenza comune ad altri porti, che vede gli operatori occupare banchine e aree retrostanti nell’ottica del presidio più che della effettiva utilità aziendale”. E così alla calata Magnale e sul canale Industriale Est oggi si alternano terminalisti e concessionari commerciali e industriali, mentre all’Alto Fondale, tra la calata Orlando e la Pisa convivono rinfuse e crociere, merci varie sbarcate da navi convenzionali e ro-ro, frutta e cellulosa.

Un caos non esattamente calmo come quello del film di Moretti, dentro al quale Livorno nel 2014 ha movimentato oltre 28 milioni di tonnellate, ma che - dicono gli esperti - si porta dietro “rilevanti conseguenze sull’efficienza del ciclo produttivo e sulla produttività delle banchine e dei piazzali”. Tradotto, rappresenta un freno, non solo nella gestione della quotidianità ma anche nella capacità attrattiva di nuovi traffici, ancor di più nell’ottica della sempre più necessaria riduzione dei costi che incide anche sui tempi: le navi devono viaggiare più velocemente e devono sostare meno in banchina, cosa che rende l’efficienza del terminal e di tutto il background logistico fondamentale.

[[atex:gelocal:il-tirreno:livorno:cronaca:1.10787433:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/livorno/cronaca/2015/02/03/news/non-e-piu-tempo-di-perdere-ancora-tempo-1.10787433]]

E’ per questo che il nuovo piano regolatore portuale - oltre a disegnare l’ampliamento a mare con la Darsena Europa, una nuova interconnessione ferroviaria, la nuova imboccatura nord, lo spostamento della Darsena Petroli, un nuovo waterfront - ha puntato a cancellare disordine e promiscuità di traffici e attività, e a cogliere un’utilizzazione degli spazi portuali più efficiente, individuando le aree e le infrastrutture portuali e assegnando loro da subito una specifica funzione logistica, che dovrà poi essere sviluppata ed organizzata nel tempo. “Sarà così possibile - recita il piano - specializzare le aree in funzione delle tipologie merceologiche e di traffico, e rafforzare così il carattere polivalente del porto”.

[[atex:gelocal:il-tirreno:livorno:cronaca:1.11116380:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.iltirreno.it/image/contentid/policy:1.11116380:1652037205/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

PRG E DARSENA EUROPA: CARRELLATA DI ARTICOLI DAL NOSTRO ARCHIVIO

La zonizzazione varrà, anzi vale, sia per le aree esistenti che per quelle di nuova realizzazione come la Darsena Europa.

Vediamo allora - perché il lettore abbia un senso di concretezza del Prp -, dove rinasceranno i tanti porti che caratterizzano il nostro porto. Sulla carta fin da domani, anche se i tempi della zonizzazione non sono definibili e in parte saranno legati alle scadenze delle concessioni, mentre in parte saranno immediatamente applicabili: è il caso, ad esempio, del trasferimento del Tco e delle sue rinfuse alla radice della Darsena Toscana, oppure del domino che sposterà la Cilp al Molo Italia e le crociere all’Alto Fondale. Mentre ben più complessa sarà la realizzazione del polo unico dei rotabili.

IL PORTO PASSEGGERI. Traghetti e love boat saranno concentrate nella parte del porto più antica e vicina al centro città. Ad essi la zonizzazione destina gli accosti del Mediceo, dalla sponda nord del Molo Elba (dove attracca la Toremar e un tempo erano ormeggiati i rimorchiatori) alla calata Carrara, e aggiungendovi tutto il molo dalla Calata Pisa e Orlando all’Alto Fondale, su cui si concentreranno le navi da crociera.
Parte dell’Alto Fondale, pur con destinazione a porto passeggeri, rimarrà in uso ai traffici forestali fintantoché non sarà resa operativa la sponda nord del Molo Italia.

IL PORTO DI FORESTALI, CELLULOSA E MERCI VARIE. I terminalisti saranno disseminati - è il caso di dirlo - dalla radice dell’Alto Fondale alla sponda sud della Darsena Ugione, comprendendo tutto il Molo Italia e la Calata del Magnale.

IL PORTO DELLE AUTOSTRADE DEL MARE. I traffici ro-ro hanno visto la crescita più consistente in questi ultimi anni, fino a fare di Livorno porto leader. Ro-ro, trailers e anche le auto nuove saranno concentrati nelle aree del porto industriale della Darsena Inghirami, della Calata Bengasi e della prima metà della sponda ovest del Canale Industriale fino al limite delle aree in concessione alla Sintermar.

IL PORTO DEI CONTENITORI. Il cuore pulsante è la sponda ovest della Darsena Toscana ma - tra cinque, sei, sette anni - sarà il nuovo molo sud della Darsena Europa il regno del traffico dei contenitori.

IL PORTO MULTIPURPOSE. Il terminal sarà realizzato sulla sponda est della Darsena Toscana, con collegamento tra le aree di proprietà Fs, il terminal Paduletta e la parte terminale della sponda ovest della Darsena Toscana.

IL PORTO DELLE RINFUSE SOLIDE. Saranno spostate dall’attuale collocazione sulla calata Orlando alla parte più interna della sponda Est della Darsena Toscana all’interno del porto multipurpose.

L'allerta rossa in Toscana
La spiegazione

Maltempo, in Toscana la “V” maledetta che da ore scarica piogge nei soliti punti: cos’è il fronte stazionario e dove sta colpendo

di Tommaso Silvi
Sani e Belli