Il Tirreno

L’analisi

Un Rinascimento azzurro per ripartire: su chi può contare Spalletti per prendersi il Mondiale

di Francesca Bandinelli

	Orsolini con la maglia azzurra
Orsolini con la maglia azzurra

I primi correttivi dovranno guardare intanto ai grandi esclusi dalla spedizione tedesca di Iserlohn per l’Europeo

02 luglio 2024
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La prima missione, la più urgente, adesso, è quella di rimettere insieme i cocci di un’Italia smarrita, a caccia di identità e, soprattutto, di personalità. Tra due mesi si torna in campo per la Nations League e perseverare nell’errore non potrà essere permesso.

I primi correttivi dovranno guardare intanto ai grandi esclusi dalla spedizione tedesca di Iserlohn per l’Europeo: probabilmente non si potrà prescindere da Riccardo Orsolini, protagonista con il Bologna con dieci gol nell’ultima Serie A e un paio di assist, così come si dovrà riflettere attentamente anche su Samuele Ricci del Torino. Dopo essere stato un punto di riferimento del centrocampo dell’Empoli, ha faticato ad imporsi coi granata di Juric e ed è stato tra i pre-convocati tagliati da Spalletti, ma senso della posizione, visione di gioco, confidenza col tiro dalla distanza e, soprattutto, capacità di infilarsi tra le linee non gli mancano e possono diventare un valore aggiunto, almeno aspettando che i campioncini delle giovanili possano essere in grado di sopportare una responsabilità tanto importante come quella che impone la Nazionale maggiore. Stesso discorso vale per Giorgio Scalvini, classe 2003, difensore centrale figlio del vivaio dell’Atalanta: servirà il tempo per il recupero dopo la rottura del crociato, ma l’Italia che verrà non potrà fare a meno di o anche di Destiny Udogie, rimasto fuori per problemi alla coscia.

Tra gli osservati speciali spiccano poi Giovanni Fabbian, centrodestra del Bologna, Tommaso Baldanzi della Roma, sempre che in giallorosso possa trovare più spazio, e pure Lorenzo Lucca dell’Udinese. Attenzione, poi, anche a Michael Kayode lanciato da Vincenzo Italiano la scorsa stagione con la Fiorentina, ma anche Cesare Casadei, ex Under 20 di proprietà del Chelsea, o Cher Ndour, centrocampista diciannovenne del Psg nato a Brescia.

Servirà pazienza, però dal vivaio azzurro possono arrivare giovani che hanno contribuito a scrivere pagine di storia destinate a restare. Per la prima volta quest’anno si è vinto l’Europeo di categoria con la Under 17, siamo campioni d’Europa con la U19 e vicecampioni del mondo con la U20: i talenti, per quanto in erba, insomma, non mancano. Serve il coraggio di farli crescere. Anche sbagliando. Esattamente come accaduto alla spedizione azzurra di Iserlohn. 


 

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