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Un buco gigante si è aperto sul Sole ed è rivolto verso la Terra: cosa può provocare e la spiegazione della Nasa


	Il buco coronale 
Il buco coronale 

Secondo la Nasa, i buchi coronali sono regioni del Sole dove il campo magnetico è aperto allo spazio interplanetario, permettendo al materiale solare di fluire a velocità elevate

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Un enorme buco coronale si è aperto sul Sole e sta indirizzando vento solare in direzione della Terra. La struttura ha un diametro di circa 800mila chilometri, equivalente a circa sessanta Terre affiancate: il nostro pianeta ha un diametro di poco inferiore ai 13.000 chilometri.

L’impatto con la Terra

Il plasma proveniente da questa vasta regione scura dell’atmosfera solare dovrebbe colpire la Terra entro venerdì 31 gennaio, alcuni giorni dopo l’arrivo del flusso di vento solare causato da un’espulsione di massa coronale (CME) avvenuta tra il 25 e il 26 gennaio. Entrambi gli eventi potrebbero innescare tempeste geomagnetiche minori, di classe G1.

Cosa dice la Nasa

Secondo la Nasa, i buchi coronali sono regioni del Sole dove il campo magnetico è aperto allo spazio interplanetario, permettendo al materiale solare di fluire a velocità elevate. Queste regioni non sono imbrigliate dai turbolenti campi magnetici come le macchie solari e, di conseguenza, consentono il libero flusso di calore e particelle cariche elettricamente verso lo spazio. A causa delle loro dimensioni, i buchi coronali spesso inviano il materiale solare verso la Terra, innescando tempeste geomagnetiche, seppur di intensità inferiore rispetto a quelle causate dalle Cme. L'immenso buco coronale è stato immortalato dal Solar Dynamics Observatory (SDO), un telescopio spaziale della Nasa attivo da 15 anni. Tra i suoi strumenti figurano l'Extreme Ultraviolet Variability Experiment, che misura la radiazione ultravioletta; l’Helioseismic and Magnetic Imager, che monitora l'attività magnetica; e l'Atmospheric Imaging Assembly, dedicato alle immagini nelle diverse bande dell'ultravioletto.

Cos’è il buco coronale

Il termine "buco coronale" deriva dalla loro formazione sulla corona solare, lo strato più esterno dell’atmosfera del Sole. Questa regione presenta una caratteristica affascinante: una temperatura di milioni di gradi, contro i circa 5.500 °C della fotosfera, la superficie solare. Questo apparente paradosso termico è attribuito all'influenza dei campi magnetici, che giocano un ruolo cruciale nella dinamica solare. L’astrofisico Tony Phillips ha segnalato su Spaceweather.com che il vento solare generato dal buco coronale sta viaggiando verso la Terra a una velocità superiore ai 500 chilometri al secondo, pertanto impatterà la magnetosfera terrestre in pochi giorni. Tuttavia, l’intensità di questo flusso di particelle cariche elettricamente non dovrebbe essere significativa, con una tempesta geomagnetica di classe G1, la più debole su una scala di cinque. Al contrario, le tempeste di classe G5, associate alle CME legate ai brillamenti delle macchie solari, possono avere effetti gravi sulla Terra, provocando danni alle infrastrutture elettriche e ai satelliti. Il Sole attualmente si trova nel picco massimo del suo ciclo di attività magnetica, che dura 11 anni. Si prevede che per tutto il 2025 si verificheranno fenomeni intensi e tempeste geomagnetiche rilevanti, che potrebbero rendere visibile l’aurora boreale anche nei cieli d’Italia. Nonostante questa fase di intensa attività, il 27 gennaio il Sole ha temporaneamente perso le sue macchie solari.

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