Calcio
Caso Almasri, Parlamento bloccato
I ministri Nordio e Piantedosi non si presentano per l’informativa Aule paralizzate e Meloni che insiste sui social: «Difendiamo l’Italia»
ROMA. Giornata di forte tensione in Parlamento sul caso Almasri. In entrambe le Camere va in scena la protesta delle opposizioni, che arrivano ad abbandonare l’Aula quando pare ormai chiaro che la prevista informativa dei ministri Nordio e Piantedosi, prevista nel pomeriggio, salterà dopo la notizia della loro iscrizione nel registro degli indagati a Roma, insieme con la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. Dal centrosinistra la replica è dura: non si può andare avanti con la normale attività parlamentare mentre il governo non fa chiarezza sul rilascio e il rimpatrio del criminale libico.
Così viene immediatamente convocata la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama e a Montecitorio. Risultato: lavori fermi fino a martedì prossimo, con le capigruppo di nuovo convocate. La tensione fa saltare anche la riunione del Parlamento in seduta comune, che oggi avrebbe dovuto votare per l’elezione dei quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale, a cui più volte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato le Camere. Al Quirinale però regna l’assoluto riserbo. Un silenzio che fa immaginare come gli scontri in atto – quello tra governo e magistrati sul caso Almasri, così come quello, a cascata, tra maggioranza e opposizioni così forte da bloccare i lavori – destino preoccupazione nel Capo dello Stato che ha più volte in passato richiamato le istituzioni alla collaborazione e al rispetto della Costituzione. Mentre le opposizioni sono sul piede di guerra, giunge la notizia che Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano hanno deciso congiuntamente di nominare legale l’avvocato Giulia Bongiorno. «Una scelta che sottolinea la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa», viene spiegato.
Meloni intanto, dopo il video in cui annunciava la sua iscrizione nel registro degli indagati, torna sul tema: «Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni», dice via social. A palazzo Chigi si riunisce anche un vertice di maggioranza, ma ufficialmente sui migranti. Nelle aule parlamentari che va in scena la battaglia più dura. Le opposizioni unite in Senato ribadiscono la richiesta di un’informativa in Aula della premier sul caso Almasri. Non basta, dicono i capigruppo del centrosinistra non nascondendo il disappunto per il mancato intervento quantomeno di Nordio e Piantedosi, e l’offerta di spiegazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Stefano Patuanelli capogruppo M5s attacca: «Il governo dice da una parte che per rispetto del lavoro della magistratura non possono venire Nordio e Piantedosi, mentre dall’altra c’è una presidente del Consiglio che attacca la magistratura».
«Pensiamo davvero – dice il capogruppo dem Francesco Boccia – che oggi il Parlamento sia stato umiliato per l’ennesima volta».
Anche la segretaria dem Elly Schlein interviene con durezza: «Quello che è accaduto è vergognoso. Giorgia Meloni pensa di cavarsela con un video sui social in stile Salvini» ma deve «dire la verità al Paese su quello che è accaduto. Perché è evidente che mentono quando negano che è stata una scelta politica liberare e riportare con il rimpatrio più veloce della storia d’Italia questo torturatore libico a casa nel suo Paese».