Il Tirreno

L’inchiesta

Milano, chiesti gli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi


	L'architetto Stefano Boeri
L'architetto Stefano Boeri

La procura del capoluogo lombardo indaga sull’ipotesi di turbativa d’asta: la vicenda è quella della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura

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MILANO. La procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, indagati per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria. La richiesta, che riguarda anche un terzo architetto, è stata notificata ai legali per l'interrogatorio preventivo che si terrà il 4 febbraio davanti al gip, che dovrà decidere sulla richiesta della procura. La scelta della procura - la terza richiesta di arresti domiciliari su cui dovrà esprimersi il giudice Luigi Iannelli (secondo la recente riforma del ministro della Giustizia Carlo Nordio) riguarda l'architetto Pier Paolo Tamburelli (perquisito oggi) - nasce dalle esigenze cautelari contestate dopo lo studio dei documenti sequestrati nell'ottobre del 2023.

I pm Paolo Filippini, Mauro Clerici e Giancarla Serafini hanno inoltre chiesto al giudice di esprimersi su due misure interdittive per i ricercatori Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, che lavoravano all'epoca dei fatti nello stesso dipartimento universitario con Boeri e Zucchi. Gli architetti Stefano Boeri e Cino Paolo Zucchi, nelle vesti di commissari, e i vincitori Manuela Fantini, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi vengono accusati - secondo gli atti di 15 mesi fa - di turbata libertà degli incanti "perché, in concorso tra loro, turbavano la gara pubblica indetta dal Comune di Milano", relativa alla realizzazione della nuova Biblioteca, "attraverso mezzi fraudolenti".

Un “conflitto d’interesse” omesso

In particolare - nel decreto di perquisizione dell'ottobre 2023 -, Boeri e Zucchi, avrebbero "affermato falsamente l'assenza di posizioni di potenziale conflitto di interesse nella 'dichiarazione di conferma di assenza di situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse'" espressamente richiesta ai commissari dall'articolo 16 del bando di gara. I tre aggiudicatari (parti della stessa cordata,ndr) sono accusati di "aver omesso potenziale conflitto interesse rispetto alla posizione dei commissari Boeri e Zucchi", come previsto dall'articolo 13 del bando di gara per i partecipanti.

«Con tali modalità fraudolente turbavano il regolare svolgimento della gara, impedendo che la stazione appaltante (Comune di Milano) venisse a conoscenza e per l'effetto sostituisse i membri della commissione oppure escludesse i partecipanti dalla gara con conseguente scorrimento di graduatoria».

L’intreccio tra la gara pubblica e l’università

Nello specifico, a dire della procura, andava comunicata come situazione di conflitto la condivisione dello stesso ambiente di lavoro e la coincidenza di settori d'interesse scientifico e didattico tra i commissari Boeri e Zucchi, professori ordinari presso il Dipartimento di Architettura e studi Urbani del Politecnico di Milano, e i candidati Lunati e Floridi, ricercatori presso il medesimo Dipartimento della stessa Università. Sotto la lente della procura finisce anche la "frequente collaborazione" tra lo studio Boeri e la Sce Project di cui Fantini risulta la fondatrice.

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