Malattia misteriosa in Congo: cosa è emerso dagli esami e quanto dobbiamo preoccuparci
Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la “Malattia X” ha infettato almeno 406 persone, causando un numero di decessi che varia tra 31 e 143 a seconda delle fonti
Da fine ottobre, la provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo, è stata colpita da un’epidemia di una malattia misteriosa, definita “Malattia X”. Caratterizzata da sintomi respiratori e febbrili, questa condizione ha sollevato preoccupazioni globali per la possibilità che si tratti di una nuova zoonosi o di una variante sconosciuta di un patogeno noto. Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la “Malattia X” ha infettato almeno 406 persone, causando un numero di decessi che varia tra 31 e 143 a seconda delle fonti. Nonostante gli sforzi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e delle autorità sanitarie locali, le origini di questa malattia rimangono avvolte nel mistero.
Sintomi e diffusione della malattia
La “Malattia X” provoca febbre, tosse, raffreddore, dolori diffusi e, nei casi più gravi, anemia e difficoltà respiratorie. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute congolese, i bambini malnutriti di età inferiore ai 15 anni rappresentano il 71% delle vittime, con una particolare concentrazione tra i minori di cinque anni. Il primo caso è stato registrato il 24 ottobre nel distretto rurale di Panzi, un’area remota e povera caratterizzata da alti tassi di malnutrizione e dalla presenza di malattie endemiche come malaria e tifo. Il 29 novembre, il ministro della salute Roger Kamba ha notificato l’OMS dell’epidemia, ma i test iniziali sui campioni biologici non hanno fornito risposte definitive.
Le ipotesi sulla natura della malattia
L’OMS sta lavorando per identificare l’agente patogeno responsabile. Tra le principali ipotesi:
- Malaria: Alcuni campioni analizzati sono risultati positivi alla malaria, ma i sintomi respiratori osservati nei pazienti non sono compatibili con questa malattia. Inoltre, la malaria è ben nota ai medici congolesi, che l’avrebbero diagnosticata immediatamente.
- Nuova variante di Covid-19: La malattia potrebbe essere causata da una variante sconosciuta del SARS-CoV-2, generata in individui immunodepressi o gravemente malnutriti.
- Nuovo virus zoonotico (“Virus X”): Un’altra possibilità è che si tratti di una zoonosi, un virus che ha compiuto il salto di specie da un animale all’uomo, come avvenuto per altre epidemie recenti.
Le dichiarazioni delle autorità sanitarie
Il dottor Dieudonné Mwamba, direttore generale della sanità congolese, ha dichiarato durante una conferenza stampa: «Non siamo ancora riusciti a diagnosticare questa malattia. Crediamo si trasmetta per via respiratoria, e gli individui più colpiti sono donne e bambini sotto i cinque anni». Anche Jean Kaseya, capo dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC), ha confermato che la malattia sembra avere una natura respiratoria, ma ulteriori indagini sono necessarie per identificare la causa.
La risposta internazionale
L’OMS ha inviato una missione speciale nella provincia di Kwango per raccogliere nuovi campioni e migliorare le capacità diagnostiche locali. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che i test continueranno fino a quando non sarà individuato l’agente patogeno. Nel frattempo, l’incertezza alimenta le preoccupazioni per una possibile pandemia globale, soprattutto se si trattasse di un nuovo virus zoonotico con capacità di trasmissione da uomo a uomo.
Perché dovremmo preoccuparci
Nonostante il tasso di mortalità relativamente basso (7,6%), l’epidemia di “Malattia X” solleva interrogativi cruciali. Se fosse una nuova variante di Covid-19 o un virus zoonotico, il mondo potrebbe trovarsi di fronte a un’emergenza sanitaria simile alla pandemia del 2020. Le condizioni socio-economiche della regione di Kwango – malnutrizione diffusa, scarso accesso alle cure mediche e infrastrutture sanitarie limitate – offrono un terreno fertile per l’insorgenza e la diffusione di malattie infettive. Come ha riportato recentemente Al Jazeera, una fonte anonima vicina all’OMS ha suggerito che si tratti probabilmente di una zoonosi. Questo dato, unito alla difficoltà di identificare l’agente patogeno, rende fondamentale monitorare l’evoluzione dell’epidemia e rafforzare le capacità di risposta sanitaria.