ll futuro senza ghiacciai è vicino, il glaciologo Frezzotti: «Invertire oggi la rotta sui gas serra»
«La comunità scientifica è concorde nell’affermare che quello a cui stiamo assistendo è dovuto all’uomo»
In Antartide è scomparsa una quantità di ghiaccio marino del- le dimensioni dell'Argentina: pa- ri a otto volte e mezzo la superficie dell’Italia.
Proprio nel periodo in cui dovrebbe raggiungere la sua massima estensione, tradizionalmente toccata nel mese di settembre.
A causa del cambiamento climatico, la parte più fredda del pianeta si sta scaldando più velocemente di ogni altra e le condizioni di salute dei ghiacciai sono sempre più precarie. Anche in Italia. «Entro il 2030 tutti quelli sotto 3000 metri scompariranno» decreta lo scienziato e glaciologo Massimo Frezzotti, docente di cambiamento climatico all’Università Roma Tre, a cui abbiamo chiesto di delineare il futuro dei ghiacciai.
Professore, cosa sta succedendo al ghiaccio marino in Antartide?
«Prima di tutto ci tengo a chiarire che il ghiaccio marino, uno dei motori del clima e della circolazione marina, è formato dal congelamento dell’acqua marina. Nel 2023, l’anno più caldo mai registrato e purtroppo il più “fresco” dei prossimi anni, non solo si è avuto un forte riscaldamento dell’atmosfera ma di tutti gli oceani. A marzo del 2022 in Antartide, dove ho lavorato tantissimo, abbiamo avuto temperature di -11° quando normalmente registriamo -50°: 40° in più! Quest’anno il ghiaccio marino è di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati al di sotto del precedente minimo invernale stabilito nel 2022. Stiamo battendo un record negativo dopo l’altro. Quando eventi simili si susseguono, per la climatologia significa che qualcosa sta succedendo: mai, in 44 anni, si era vista una cosa simile».
“Quando vai sull’Adamello e sul Tonale e vedi i ghiacciai che si ritirano anno dopo anno ti fermi a pensare, poi studi la storia e vedi che sono cicli”: lo ha detto nei giorni scorsi il ministro Salvini. Che ne pensa?
«La comunità scientifica è concorde nell’affermare che quello a cui stiamo assistendo è dovuto all’uomo. Il governo italiano ha approvato il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite, che lo dice chiaramente. Se Salvini vuole dare la sua opinione…allora possiamo dire anche che la terra è piatta».
Ha firmato l’appello di 200 scienziati italiani ai mass media perché si parli di crisi climatica e non più di maltempo?
«Non ho fatto in tempo ma lo avrei firmato a occhi chiusi. È vero che la scienza ha delle incertezze – possiamo discutere su quanto esattamente aumenterà la temperatura a fine secolo – ma, tornando al discorso di prima, è differente dall’affermare che il clima è sempre cambiato. Io capisco le chiacchiere da bar ma un ministro della Repubblica ha delle responsabilità e la sua affermazione è scorretta intellettualmente e scientificamente».
Qual è lo stato di salute, o forse è più corretto dire di malattia, dei ghiacciai italiani?
«Ha detto bene, stato di malattia. È senz’altro molto preoccupante: tutti i ghiacciai sulle Alpi sono in disequilibrio con l’attuale situazione climatica. Anche se domani riuscissimo ad eliminare le emissioni a effetto serra, entro la fine del secolo tutti i ghiacciai sotto i 3500 metri scompariranno. Ed entro il 2030 tutti quelli sotto i 3000 metri».
Quindi la Marmolada scomparirà presto?
«Sì, fonderà. Esisteranno placche di ghiaccio al di sotto del detrito».
Quindi ci aspetta un futuro senza ghiacciai? O è possibile invertire la rotta?
«La percentuale di ghiacciai che saremo in grado si salvare dipenderà da quando smetteremo di emettere gas ad effetto serra in atmosfera. E siamo noi occidentali che ne abbiamo emesse la maggior parte anche se oggi, certo, un cinese ne emette quanto un italiano. Siamo in tempo ma dobbiamo invertire la rotta il prima possibile perché più rimandiamo peggio sarà per i nostri figli, i nostri nipoti e le popolazioni più povere, che saranno costrette a migrare a causa degli effetti del cambiamento climatico».l
Alice Benatti
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