Maltempo
World Championship Ironman, Dario Rosini più forte dell’inferno
Il massacrante percorso chiuso in 13 ore
GROSSETO. La sfida di Dario Rosini all’Ironman World Championship di Kona nelle Hawaii è stata più di una competizione: un mix di emozioni, una vera odissea in cui cuore, muscoli e anima hanno brillato, rispondendo al richiamo delle Hawaii come gli antichi guerrieri che affrontavano prove impossibili.Il viaggio del portacolori della Triathlon Grosseto, terminato dopo 13 ore, è iniziato nella calda baia di Kailua-Kona, con i 3,8 km della frazione di nuoto, con l’acqua a 27 gradi e alcuni delfini che hanno scortato i campioni. Dario ha terminato la prova in poco più di un’ora e mezza. Giunto in zona cambio, Rosini ha dovuto combattere le emozioni e i timori di una gara che sembrava voler metterlo alla prova con sintomi influenzali e una ferita al piede destro, causata da una caduta accidentale del pedale. Con l’aiuto di un medico giapponese, ha coperto la ferita e si è lanciato sulla sua bici per affrontare la leggendaria "Queen Kaahumanu Highway", spingendo per 180 km, 1700 metri di dislivello e sfidando un vento bollente di 28 gradi a fare da incudine sui muscoli.
«Volevo tenere una buona media - racconta - ma mi sono presto accorto che contro il vento e il caldo ogni pretesa di velocità era vana. La concentrazione era tutta sul bere e restare in piedi, fermandomi a ogni ristoro per riempire le borracce, una di sali e una d’acqua». L’atleta grossetano ha indossato le scarpe da corsa e ha affrontato la tappa finale, la maratona di 42 km. Il tratto di corsa di Kona non è per cuori deboli. I primi 13 chilometri sono una bolgia incredibile di atleti lungo la Ali Drive caratterizzata per le sue casette e la grande folla ai lati. Chilometri dopo si inizia a percepire la salita della Palani Road che si aggiungerà al totale dislivello di ben 300 metri di tutto il tracciato running. Da qui in poi si apre la porta per l’inferno, passando prima dalla Queen Highway dove i gradi percepiti sono circa 30 danno il benvenuto nella strada l’Energy Lab. Una zona desertica e mortale che, con le sue colate laviche, incarna l’essenza dell’isola, qui siamo oltre i 37 gradi percepiti e se non hai un fisico allenato ed una mente preparata non potrai portare a termine l’impresa.
Al tramonto tra il buio e una pioggia improvvisa tipica delle Hawaii, Dario ha sentito il corpo surriscaldarsi in pochi istanti, con la temperatura che è salita di 10 gradi all’ingresso dell’Energy Lab. «Ho dovuto lanciarmi addosso del ghiaccio per resistere», racconta. Gli ultimi chilometri sembravano infiniti, ogni passo una conquista contro il tempo e la stanchezza. Ma le Hawaii avevano ancora una sorpresa per Dario: il calore della moglie Rita, che lo attendeva, sulla mitica Ali Drive. Qui, tra incitamenti scritti a gesso sull’asfalto, Dario l’ha stretta in un abbraccio liberatorio, prima di attraversare il traguardo.