Il Tirreno

Grosseto

Silvia Giannetti supercampionessa mondiale di moto e solidarietà

di Maurizio Caldarelli
A sinistra Giannetti in sella alla sua Ktm (foto dalla sua pagina Facebook), e a destra con Cotera Arzapallo e Aliverti
A sinistra Giannetti in sella alla sua Ktm (foto dalla sua pagina Facebook), e a destra con Cotera Arzapallo e Aliverti

A Principina a Mare 40 donne per sostenere il progetto benefico in Perù

24 luglio 2024
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GROSSETO. La Maremma è stata, nello scorso fine settimana, teatro di una singolare iniziativa che si è svolta in viale Tirreno a Principina a Mare, quando si sono dati la mano due progetti nati da un comune denominatore: la passione per la moto.

Il Social Tour Perù è stato creato dalla dakariana grossetana Silvia Giannetti grazie alla conoscenza del popolo peruviano e della sua terra maturata in occasione delle gare in Sud America, dove ormai da anni la motociclista maremmana porta aiuti concreti alle comunità native. L’altro progetto, fatto di passione e condivisione è quello delle motocicliste di Wima, associazione internazionale che riunisce le donne accomunate dalla stessa passione per le due ruote a motore.

Una celebrazione nata grazie al patrocinio del Comune di Grosseto rappresentato dalla (oggi ex) assessora al sociale Sara Minozzi, che ha condiviso questo momento con Yertsy Cotera Arzapallo, educatore presso le comunità native della Selva Peruviana, Federico Aliverti direttore di Eicma e naturalmente con Giannetti, l’unica italiana al mondo ad aver partecipato alla più massacrante e affascinante gara motociclistica, la Parigi-Dakar.

All’evento erano presenti le motocicliste Wima e Donne Special. «Il raduno viene fatto ormai da sette anni – spiega Giannetti – organizzato dalla presidente delle Wima, Rosaria Fiorentino e consiste in un weekend fatto di sole donne e di moto. Al raduno di Principina hanno partecipato 40 donne con 30 moto; si è presentato anche qualche appassionato grossetano».

Quest’anno le donne dell’associazione hanno deciso di venire in Maremma a fare un saluto a Giannetti, l’unica donna italiana che ha partecipato alla Parigi-Dakar (nel 2010 e nel 2011), vicecampionessa mondiale di rally raid nel 2006. Una sportiva impegnata anche nel sociale.

«Dal 2018 – spiega – sto portando avanti un progetto in Perù: aiuto 5mila bambini di comunità indigene della foresta amazzonica, che non hanno proprio nulla. Per le motocicliste della Wima loro sono uno stimolo, un idolo. Ho detto loro: giacché venite a fare questo saluto diamo un valore aggiunto all’iniziativa, al Social Tour Perù, raccogliendo qualcosa per il mio progetto per i bambini della Selva Peruviana. e così ho approfittato per vendere cappelli, scaldacollo, oggetti peruviani delle comunità native per raccogliere qualcosa per i bambini».

Com’è il suo rapporto con la moto? «Ottimo, continuo ad allenarmi. Possiedo una Beta 400 da fuoristrada e un Africa Team 1.100 da turismo per fare l’adventuring e i viaggi. Mi invitano agli eventi di adventuring, come apripista o come testimonial».

Se le piacerebbe disputare un’altra Dakar? «Magari. Fosse per me la farei volentieri, è un’emozione che ti rimane per tutta la vita. Il problema grosso sono gli sponsor. La manifestazione è un pozzo senza fine: si parte da un minimo di 70mila euro, per farla da povera come l’ho fatta io; se dormi in albergo o hai un’assistenza al seguito è tutto un altro costo. Una persona normale, con uno stipendio normale, non se lo può permettere. Nel 2012 ero iscritta in realtà alla mia terza gara. Mi è saltato uno sponsor importante e ho dovuto rinunciare».


 

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