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Con il mal di testa da 50 anni: com’è iniziato, le cure e l’odissea giornaliera. «Anche i momenti belli sono parentesi»


	Massa Marittima: l'ambulatorio dedicato alla cura delle cefalee
Massa Marittima: l'ambulatorio dedicato alla cura delle cefalee

La testimonianza di un follonichese: aveva solo 28 anni quando cadde sul posto di lavoro e batté la testa

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FOLLONICA. Aveva solo 28 anni quando cadde sul posto di lavoro e batté la testa. «Persi conoscenza, fui ricoverato a Massa Marittima, in seguito a Grosseto. Poi, dopo circa sei mesi, ricominciò l’agonia perché fui ricoverato di nuovo, poi passai al centro cefalee di Firenze», racconta Paolo Nucci, che ora di anni ne ha 75. Eppure il mal di testa – «una cefalea post traumatica», precisa – da allora non lo ha mai abbandonato. È sempre lì, ormai da quasi cinquant’anni.

«Un dolore costante, che rende i momenti belli solo delle piccole parentesi», sintetizza il cittadino di Follonica, che aggiunge: «Non vedi un futuro. Per fortuna ho avuto dietro una famiglia che mi ha costantemente supportato, sennò non lo so, non è vita». Con il passare degli anni, nonostante i tantissimi professionisti che lo hanno visitato, le numerose cure, alcune delle quali sperimentali – come «dodici sedute di botulino, con delle micro punture nella testa», spiega Nucci – la situazione ancora non è migliorata. Il mal di testa è sempre lì, costante, a caratterizzare ogni giornata.

«Tempo fa – spiega Nucci – facevo regolarmente circa due ricoveri di 21 giorni all’anno per colpa di questo mal di testa. La cefalea mi ha sempre debilitato, avevo anche dei momenti di sconforto. Il mal di testa ce l’ho sempre, con anche attacchi violenti durante i quali perdo la “connessione”, non mi ricordo le cose, ho anche vomito, crisi. Poi metti avanti i nipoti, i figlioli, ma non ce la fai più, è un dolore lancinante».

Convivere con il mal di testa significa cambiare tutto, le proprie abitudine, e rinunciare anche ad alcune delle proprie passioni.

«Mi garbava leggere, ma ora non lo faccio più, se non qualche volta: leggo due pagine e poi basta, non riesco oltre. Scrivevo per un mensile di caccia; ora non più. Per me è un dramma, a volte non mi ricordo dove metto le chiavi». E questo succede di giorno. Ma anche la notte è difficile. «Spesso – racconta Nucci – ho gli incubi, mi sveglio inquieto. Una o due volte all’anno riesco a dormire bene. A breve ho un’altra visita, spero di migliorare».

Adesso infatti Nucci è seguito dal centro cefalee di Massa Marittima. «Sono bravi, un’eccellenza, e ho fiducia nonostante le difficoltà», sottolinea. Lui alla fine va avanti con gli antidolorifici. «Ne prendo molti. È una patologia – conclude – davvero invalidante, ho visto persone al centro cefalee perdere davvero la propria vita a causa di questo dolore.

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