Anpi, Calì lascia la presidenza: Stava per essere sfiduciato
Grosseto, dito puntato sulla «gestione personalistica autoreferenziale»
GROSSETO. Si conclude con le dimissioni per non vedersi votare una mozione di sfiducia l’esperienza di Luciano G. Calì alla presidenza del comitato provinciale dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia (Anpi).
Il “game over” è arrivato sabato, a conclusione di un infuocato direttivo provinciale durato tre ore. Nel corso del quale sono esplosi tutti i malumori che, come aveva anticipato Il Tirreno a settembre, si erano manifestati oramai da diversi mesi. Il documento presentato, fra l’altro, in un suo passaggio richiama il consenso al presidente «che si è progressivamente sgretolato per la gestione personalistica, autoreferenziale, pressoché solitaria; riducendo il comitato direttivo provinciale a organismo destinatario di mere e comunicazioni di decisioni già prese e a discutere di cose operative ed esecutive, anziché svolgere un ruolo di indirizzo politico e programmatico».
I mal di pancia in seno al direttivo provinciale erano cosa nota, e il “redde rationem” (la resa dei conti) di sabato non è poi così sorprendente. Lo scorso agosto si erano dimessi prima la delegata alla scuola Antonella Coppi, poi il tesoriere Giulio Balocchi. A settembre il direttivo aveva di fatto messo in minoranza il presidente sull’istituzione di un comitato ristretto – composto da Lio Scheggi, Anna Marina Copponi e Giulio Balocchi – per dirimere i problemi della crisi interna e arrivare a un congresso straordinario. Nella stessa occasione era stata presentata una mozione per costituire la sezione Anpi della Costa d’Argento, esito di un lungo braccio di ferro che aveva visto Calì sempre contrario all’ipotesi, perché recita ancora la mozione di sfiducia è stata «privilegiata nei fatti la sezione Nespolo di Grosseto, anziché cercare di smussare le frizioni e la concorrenzialità con l’altra sezione cittadina, Palazzoli, trascurando le altre sezioni sul territorio».
Fra i motivi del malcontento dei membri del direttivo provinciale, inoltre, c’è stata la gestione controversa della manifestazione antifascista che, dopo il concerto “Allarmiamoci!” di giovedì 5 settembre al parco Silvano Signori, avrebbe dovuto tenersi il venerdì 6 in piazza Dante. Manifestazione alla quale avevano dato la propria adesione oltre 20 tra associazioni, organizzazioni politiche e sindacali aderenti a “Gada”, la Grande alleanza democratica e antifascista.
Lo scorso 23 novembre, poi, si è tenuto il congresso costitutivo della nuova sezione Costa d’Argento (Orbetello, Monte Argentario, Capalbio e Magliano). Con un direttivo provinciale, sempre a novembre, nel quale era stata votata l’ennesima mozione per costringere il presidente ad affrontare i temi politici e organizzativi alla base dello scontro.
Sabato l’epilogo, con la mozione di sfiducia che Calì ha cercato di non far votare suscitando una veemente reazione dei componenti dell’assemblea, e a quel punto le sue dimissioni. Ora starà al presidente reggente Mauro Pasquali, che nel 2022 a Ribolla ha presieduto l’ultimo congresso dell’Anpi, convocare il congresso straordinario per eleggere il nuovo presidente. Congresso che dovrebbe tenersi entro il gennaio 2025.
Diversi i nomi che circolano per la successione, da Claudio Bellucci a Giulio Balocchi, Romeo Carusi, presidente della sezione Palazzoli, Giuseppe Corlito, già presidente della stessa sezione o Giancarlo Innocenti. A termine di statuto, si dovranno prima svolgere i congressi nelle 15 sezioni comunali e territoriali Anpi alle quali sono iscritti 1.300 tesserati, che eleggeranno i delegati all’assemblea provinciale in seno alla quale si svolgerà il congresso.
Calì, al nostro taccuino, preferisce non parlare spiegando di attenersi alla linea concordata in casi simili con l’Anpi nazionale. «Perché la priorità e la tutela delle iscritte e degli iscritti all’associazione».
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