Pitigliano piange l’eterno ragazzo: Alberto Martini è morto a 64 anni
Attore amatoriale, sportivo e volontario della Croce Oro. I ricordi degli amici
PITIGLIANO. Una faccia da eterno ragazzo, un uomo con molte passioni e soprattutto con principi e valori di spessore. Questo era Alberto Martini, scomparso martedì sera a 64 anni dopo una malattia.
Nella vita professionale lavorava nel settore amministrativo presso il carcere di via Saffi a Grosseto con quello spirito di generosità, umanità, competenza e professionalità che hanno sempre caratterizzato la sua esistenza. Cresciuto a Pitigliano dove è sempre vissuto, sposato con la moglie Laura, aveva due figli, Rocco e Filippo.
Il suo amico di sempre Emilio Cini lo piange e a fatica trova le parole: «Sono devastato, se ne va un pezzo della mia vita. Con Alberto abbiamo trascorso la gioventù insieme, siamo andati numerose volte a San Siro a vedere le partite dell’Inter, era realmente una grande persona». Volontario nella Croce Oro si metteva sempre al servizio di tutti, anche dopo una intensa giornata di lavoro iniziata puntualmente prima dell’alba per raggiungere Grosseto in pullman.
Aveva anche giocato nell’Aurora Pitigliano e a metà degli anni Ottanta fu uno degli artefici della vittoria – per la prima volta alla squadra del suo paese – del campionato di seconda categoria. L’allenatore Gianfranco Venturi lo promosse titolare inamovibile nel ruolo di libero e Martini disputò un campionato da incorniciare. Eccellente nel mondo dello sport dove era diventato un maratoneta di qualità, nel 2003 partecipò alla Maratona di New York con una maglia sulla quale era scritto Pitigliano; l’amico Luigi Buzi era con lui e ricorda: «Conservo di Alberto un ricordo bellissimo, una persona socievole, umanamente eccezionale con un lato culturale favoloso». Francesco Orsini sottolinea sui social il suo grande attaccamento alla vita e la capacità di non arrendersi mai: «L’unità di misura della corsa non è né la distanza né il tempo: è la felicità! Adesso sii felice e corri Alberto, corri…».
L’esperienza del teatro è ancora più emblematica. Martini aveva iniziato a conoscere questo mondo con Sandro Nardi, direttore artistico del teatro Boni di Acquapendente, poi aveva spronato Emilio Celata a fare il regista della compagnia teatrale “Sos Pitigliano”. Proprio Celata illustra l’unicità di Alberto: «Era una persona precisa, puntigliosa, ordinata, schiva, qualità che spesso non sono in sintonia con il teatro ma lui ne aveva saputo cogliere il senso e possedeva la rara qualità di non avere paura del palcoscenico. Posso affermare con certezza che era una colonna portante della compagnia, si faceva guidare completamente ed era un perfezionista anche nelle parti più comiche, si faceva entusiasmare da tutto. Nella commedia “Zerbina” recitò la parte di un marchese con un cappello degli Ussari della guardia e fu strepitoso». Nella commedia che stanno attualmente preparando, Celata gli aveva riservato una parte nella speranza di un suo recupero; e adesso il suo saluto è struggente: «Il sipario si chiude ma per l’attore questo è il momento in cui si gode tutto e per Alberto adesso c’è il grande applauso collettivo per tutto ciò che ha fatto e seminato nella vita, questo affetto gli rende merito».
I funerali sono domani (giovedì 28 novembre) alle 14,30 nella chiesa di Santa Maria Assunta.