Imprenditore evade tutto per due anni: scatta il maxisequestro preventivo. Aveva locali in Maremma e a Piombino
Non ha presentato la dichiarazione dei redditi per due annualità, pur in presenza di ricavi per 350mila euro
FOLLONICA. Ci hanno messo gli occhi sopra i militari della guardia di finanza, perché per due anni qualcosa non andava nelle dichiarazioni dei redditi di un’azienda del settore della ristorazione con sedi a nella città del Golfo e a Piombino. Anzi, quelle dichiarazioni non c’erano proprio. E così per l’imprenditore titolare della società, non più attiva dal 2022, è scattato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per il reato di omessa dichiarazione fiscale, decreto emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto ed eseguito dalle Fiamme Gialle, che si erano occupate delle indagini.
L’operazione
L’intervento, spiegano dalla Compagnia, si inserisce nel più ampio dispositivo operativo predisposto dal comando provinciale della Guardia di finanza di Grosseto. «L’attività in questione è un bar e ristorante con sedi operative a Follonica e a Piombino che non ha presentato la dichiarazione dei redditi per due annualità consecutive, pur in presenza di ricavi complessivamente pari a 350mila euro – conferma il capitano Jacopo Segato, comandante della Compagnia delle Fiamme Gialle del Golfo – Quella svolta dai nostri militari è una funzione tipica dei reparti territoriali, quella cioè di individuare le problematiche e intervenire nel modo più preciso e chirurgico possibile. Nel tessuto economico del Golfo ci siamo concentrati principalmente sull’analizzare le realtà che lavorano in maniera corposa nel periodo estivo e quindi ristorazione e turismo in generale, con una serie di controlli e verifiche: in questa fase è emerso che l’impresa in questione non aveva presentato le dichiarazioni fiscali per due anni; e due sole erano le opzioni possibili, o che avesse cessato l’attività o che fosse ancora in funzione ma senza dichiarare alcunché diventando quindi a tutti gli effetti un evasore».
Le fatture
L’attività era in effetti tutt’altro che chiusa: lavorava “regolarmente”. «Il lavoro era cospicuo soprattutto in estate – continua il comandante – e l’azienda aveva pure dei dipendenti, così è scattato tutto il lavoro di accertamento e ricostruzione del volume di affari che avrebbe dovuto dichiarare, un’attività certosina di riconteggio delle fatture e dei registri contabili che la società aveva ma che non aveva portato in dichiarazione dei redditi. L’attività di indagini – aggiunge – ha riguardato anche il commercialista dell’azienda che, oltre a non essere stato pagato, non aveva nemmeno ricevuto alcuna documentazione. L’importo dell’evasione ha superato la soglia di rilevanza penale, da qui l’invio della comunicazione di reato alla procura con la richiesta di recuperare fin da subito a gettito fiscale quando dovuto. Chiaramente – sottolinea – siamo sempre in una fase preliminare cui dovrà seguire il giudizio e la eventuale conferma della confisca».
Il periodo
A conclusione delle attività investigative, che hanno riguardato il periodo dal 2018 al 2022, le Fiamme Gialle hanno così ottenuto dal giudice un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti del titolare dell’esercizio commerciale per 140.000 euro complessivi, ritenuti ingiusto profitto derivante dell’evasione. «Si tratta di una somma importante recuperata dallo Stato – conclude Segato – L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico del territorio perché distorce la concorrenza e la giusta allocazione delle risorse, sottraendo spazi d’intervento a favore delle fasce più deboli».