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Il lupo perde il suo status: declassata la sua protezione. Cosa significa e l’impatto sui piano di contenimento

di Massimiliano Frascino
Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo

Decide l’Unione europea, in arrivo l’adozione degli Stati membri. Plauso delle associazioni di categoria: agricoltori e allevatori

26 settembre 2024
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GROSSETO. Si complica la vita per i lupi sul territorio: ieri il Coreper (Il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) ha dato il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, di fatto declassandone la protezione da “rigorosa” a “semplice”. In seguito alla quale oggi (giovedì 26) il Consiglio Ue competitività dovrebbe procedere all’adozione finale da parte degli Stati membri.

In soldoni, questo consentirà ai singoli Stati, quindi all’Italia, di decidere piani di contenimento della specie. Un obiettivo a lungo perseguito dalle associazioni degli agricoltori maremmani, che tutelano gli interessi degli allevatori di capi ovini e caprini. Come noto, infatti, in provincia ogni anno si registrano decine di predazioni delle greggi, che da anni esasperano gli allevatori conferitori di latte ai caseifici del territorio. Una bella fetta dei quali invoca misure drastiche di contenimento per arginare la chiusura delle stalle, particolarmente accentuatasi negli ultimi dieci anni.

La Regione Toscana, peraltro, da parte sua, è arrivata a stanziare quest’anno 500mila euro per gli indennizzi degli animali morti, in media 180mila dei quali viene erogata proprio ai maremmani. «È una decisione che attendevamo da tempo – sottolinea Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto e allevatore, riassumendo il punto di vista di tutte le associazioni di categoria – per la quale c’è stata una lunga mobilitazione. Gli abbattimenti selettivi, naturalmente, non inizieranno da domani, perché sarà necessaria un’accurata programmazione in base a criteri scientifici. Ci auguriamo di essere tutti quanti coinvolti, perché abbiamo il polso della situazione sul territorio e sappiamo quante difficoltà ci sono fra gli allevatori».

Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa Spagna e Irlanda hanno votato contro la proposta. Quattro le astensioni: Cipro, Slovenia, Malta e Belgio. Decisiva al raggiungimento della maggioranza qualificata la decisione della Germania di sostenere la proposta nonostante un’iniziale indecisione. Berlino, insieme a Stoccolma, un’aggiunta nel verbale di riunione: la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie.

Stando all’ultimo rapporto Ispra (2020/2021) dal censimento delle popolazioni di lupo in Italia, gli esemplari di questa specie presenti nel Paese erano 3. 300. Di questi 2. 400 erano stati censiti lungo la catena appenninica e altri 900 sulle Alpi. Relativamente alla provincia di Grosseto, invece, i dati rilevati nel periodo 2012-2014 grazie al progetto Med-Wolf, coordinato dalla Provincia e finanziato da risorse Ue, il numero censito era di 310-320 esemplari, suddivisi in 70 branchi. «Quel dato non si discosta molto da quella che è la situazione attuale – spiega un profondo conoscitore di questa tematica che preferisce rimanere anonimo – La popolazione dei lupi è infatti abbastanza stabile nel medio periodo. A ogni modo questa decisione dell’Unione europea è solo fumo negli occhi in termini concreti. Perché già oggi almeno un 10% degli animali viene abbattuto clandestinamente, e perché non sarà possibile sparare indiscriminatamente ai lupi. Nessuno vuole sentirselo dire, ma l’unica strada efficace per contenere le predazioni è adottare misure preventive come recinzioni e addestramento di cani da guardiania, insieme allo stanziamento di risorse per sostenere gli allevatori che devono pagare il personale per tenere sotto controllo le greggi».

Il deputato Marco Simiani, capogruppo del Partito democratico in Commissione ambiente, da parte sua, invita «a tenere bassi i toni della demagogia», e ricorda di aver presentato una proposta di legge insieme al collega Stefano Vaccari, capogruppo in Commissione agricoltura, per aggredire alla radice il problema dei “canidi”: «A fronte di una popolazione di 3.300 lupi in Italia ci sono da 600 a 700mila canidi (cani inselvatichiti), molti dei quali responsabili delle numerose predazioni nei confronti delle greggi. Quello del lupo è un problema di cui tenere conto, ma la scommessa da vincere è quella della sterilizzazione dei canidi».
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